Carabiniere si spara un colpo al petto

Il maresciallo Massimiliano Guerra si è tolto la vita in camera da letto Era appena rientrato dal lavoro e aveva avuto una discussione in famiglia
Di Enrico Ferro
Piacenza d'Adige, 05.01.2013 Suicidio carabiniere Massimiliano Guerra in Via Garibaldi 10 Nella foto: i CC sostano davanti all'abitazione ph. Zangirolami
Piacenza d'Adige, 05.01.2013 Suicidio carabiniere Massimiliano Guerra in Via Garibaldi 10 Nella foto: i CC sostano davanti all'abitazione ph. Zangirolami

PIACENZA D’ADIGE. Un colpo al petto con la pistola d’ordinanza davanti agli occhi dell’attuale compagna, davanti alla donna che aveva per sempre cambiato la sua vita e la sua carriera. Il maresciallo capo Massimiliano Guerra, 39 anni, nato a Roma, vicecomandante della stazione dei carabinieri di Lendinara (Rovigo), si è tolto la vita così, ieri pomeriggio, mezz’ora dopo la fine del turno di lavoro. Una tragedia maturata all’improvviso, nella camera da letto dell’appartamento dove lei vive insieme alla figlia di 18 anni, a due passi dal municipio di Piacenza d’Adige. E ora l’Arma dei carabinieri si ritrova a versare nuove lacrime per un dramma che non ha saputo intercettare. Una storia d’amore e tradimenti a cavallo delle province di Padova, Rovigo e Verona.

La tragedia

Massimiliano Guerra ieri è salito in pattuglia alle 8 del mattina e ci è rimasto fino alle 14. Sembrava un sabato come tanti per il vicecomandante della stazione di Lendinara, militare spigliato, prestante, spiritoso e ben considerato. Alla fine del turno ha salutato tutti i colleghi ed è salito in auto con l’attuale compagna, Romina Spigolon, 40 anni, originaria di Sant'Urbano ed ex moglie di un comandante di stazione della Bassa veronese dove Massimiliano aveva prestato servizio come vice dal 2003 al 2010. Sono saliti nell’appartamento di via Garibaldi 10, ad attenderli c’era anche la figlia diciottenne di lei. Il litigio tra i due conviventi è scoppiato quasi subito. Urla e accuse rimbombavano in camera da letto. Massimiliano Guerra, ancora in divisa, ha impugnato la Beretta calibro 9 e fissando negli occhi la donna a cui aveva promesso amore e futuro si è sparato un colpo al petto. Romina Spigolon, disperata, ha telefonato all’ex marito sottufficiale dell’Arma, poi al 118 per chiedere l’intervento di un’ambulanza. Infine ha tentato un massaggio cardiaco insieme alla figlia ma con gli occhi rigati dalle lacrime e le mani sporche di sangue si è dovuta rassegnare ad assistere all’impietoso spettacolo della morte.

Le indagini

Un suicidio per «motivi strettamente personali», si affrettano a specificare dai comandi provinciali dei carabinieri di Padova e Rovigo. «Motivi passionali», ipotizzano alcuni colleghi. Ma basta andare a ritroso di qualche anno per scoprire la storia di questo giovane maresciallo che aveva chiesto il trasferimento dalla stazione della Bassa veronese per motivi di incompatibilità con il comandante. Un matrimonio alle spalle (nel 2006) e una storia d’amore impossibile nata appunto tra le mura della caserma e divenuta relazione stabile. Questo sono stati gli ultimi anni di vita del maresciallo Massimiliano Guerra. Ora i colleghi del nucleo investigativo di Padova coordinati dal maggiore Danilo Lacerenza stanno cercando di capire i motivi di questo folle gesto. Romina Spigolon è stata interrogata per ore mentre l’ex marito accorso a Piacenza d’Adige ha accompagnato altrove la figlia con gli abiti ancora sporchi di sangue.

@enricoferro1

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