Calatrava, il ponte a 16 milioni

Questo il costo aggiornato dell’opera se ci sarà l’accordo con la Cignoni, ieri commissione consiliare in sopralluogo. L’impresa avanza pesanti riserve, si spera bastino 2 milioni in più. Il prezzo è più che triplicato e non c’è una data di fine lavori
Il ponte di Calatrava
Il ponte di Calatrava
Finirà per costare almeno sedici milioni di euro - dai circa 5 milioni inizialmente previsti - il ponte di Calatrava, anche se Comune e direzione dei lavori non sono ancora in grado, al momento, di dire quando esso sarà effettivamente terminato.


E’ l’ultimo aggiornamento su costi e ritardi del tormentatissimo Quarto Ponte sul Canal Grande, scaturito dal sopralluogo che la Commissione consiliare Calatrava ha compiuto ieri alla struttura, assistita dall’assessore ai Lavori Pubblici Mara Rumiz, dall’ingegnere capo dell’Assessorato ai Lavori Pubblici Salvatore Vento, dal direttore dei lavori Roberto Casarin e dal rappresentante della Cognoni, l’impresa costruttrice dell’opera.


«Non sono stati in grado di dirci quando il ponte sarà terminato - spiega il presidente della Commissione consiliare Raffaele Speranzon - perché le lavorazioni in corso, a cominciare dai gradini di vetro, montati a mano e diversi l’uno dall’altro, in modo artigianale hanno durate e costi in parte imprevedibili. La Cignoni ha poi presentato nuove riserve per altri 4 milioni di euro, per cui bisognerà che impresa e Comune arrivino a un accordo bonario, prima di avere la sicurezza che essi termino».


«L’impressione che abbiamo avuto - commenta anche il consigliere della Lega Alberto Mazzonetto - è che il Comune ormai sia ostaggio dell’impresa e che non possa più permettersi di fare la voce grossa, per non rischiare di trovarsi di fronte a una causa dagli esiti e dai costi imprevedibili. Anche ieri Cignoni ha ripetuto che, secondo loro, la responsabilità di gran parte dei ritardi sta nelle continue modifiche e aggiustamenti che ha subito il progetto di Calatrava».


«Abbiamo dato incarico alla Commissione per il 31 bis istituita - spiega l’assessore Rumiz - di trovare un accordo rispetto alle riserve avanzate dall’impresa, che superano complessivamente i 7 milioni di euro. Ma sono certa che un accordo è possibile sul livelli decisamente inferiori».


Sembra in realtà che la Cignoni - se sarà, come tutti auspicano, raggiunto un accordo bonario, evitando la causa in Tribunale - possa “accontentarsi” di una cifra compresa tra i 2 milioni e i 2 milioni e mezzo di euro per un «condono tombale» su tutto l’appalto Calatrava. E i conti, allora, sono presto fatti. Ai circa 12 milioni di euro di costo attuale del ponte - secondo le ultime stime - vanno aggiunti circa 500 mila euro aggiuntivi per i marmi, più i 2 milioni almeno per la Cignoni e il costo dell’ovovia per il passaggio dei disabili, che è di un altro milione e mezzo di euro.


Si arriva, pertanto, senza sforzo, ai 16 milioni di euro, ammesso che il costo di gradini e parapetti di vetro rimanga entro le previsioni, così come i tempi di realizzazione. «Abbiamo ormai i progetti definitivi per la realizzazione di tutti i gradini, uno diverso dall’altro - commenta l’ingegner Casarin - fornitici dalla Saint-Gobain. Ma la messa in opera e il farli combaciare con gli elementi in pietra d’istria, così come per i parapetti, è un lavoro artigianale e complesso e non è possibile, in questo momento, dire con chiarezza quando il lavoro sarà effettivamente terminato». Certamente il ponte non sarà pronto per Pasqua e la speranza ora che è arrivi almeno prima dell’estate, a quasi un anno di distanza dalla posa in opera. «La nostra Commissione - commenta Speranzon - farà ancora tre riunioni a febbraio e poi stilerà la relazione finale, stabilendo, quali sono state a nostro avviso le responsabilità su ritardi e maggiori costi dell’opera».


Un verdetto che, a questo punto, fa paura a Ca’ Farsetti, perché potrebbe evidenziare - anche nel contenzioso con la Cignoni - le responsabilità del Comune nel “pasticcio” Calatrava.
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