Calatrava, i disabili fanno causa al Comune
«Violato il diritto alla non discriminazione». La Fish annuncia l’azione legale: «L’ovovia e i vaporetti gratuiti fino alla stazione non costituiscono un indennizzo». L’assessore Rumiz «Perché non hanno protestato anni fa?»
Ponte della Costituzione inaccessibile: i disabili hanno deciso di far causa al Comune. Il consiglio direttivo nazionale della Fish-Federazione italiana superamento dell’handicap ha preso la sua decisione ed invita le altre associazioni a fare altrettanto.
Non c’è ovovia o trasporto pubblico gratuito che tenga: per la Fish, le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche nelle opere pubbliche, ancor più, i principi costituzionali, non sono stati rispettati. Causa sia, dunque, in tutte le sedi, anche se la Federazione riconosce al Comune di essersi molto impegnato negli anni a favore dell’accessibilità: «Ma proprio per questo», aggiunge, «la situazione risulta ancor meno comprensibile».
«L’inaccessibilità del ponte, finanziato da fondi pubblici», chiarisce la Federazione, «rappresenta un grave pregiudizio alla libertà di movimento per anziani, persone con problemi visivi e persone con difficoltà a deambulare e persone in carrozzina», in «esplicita violazione dell’articolo 3: una ferita che supera i confini ai quali si applicano le leggi del Paese e che ci riguarda come cittadini del mondo e esseri umani».
La posizione della Fish è molto ferma: «Il Ponte, ancor più in una città dal rilievo universale come Venezia, assume una valenza fortemente simbolica, storica, epocale tanto che l’amministrazione Comunale lo ha intitolato alla Costituzione repubblicana», il principio della non discriminazione contenuto nella Costituzione «è l’anticipazione della tutela espressa dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con Disabilità».
E l’ovovia? «Ovovie con 17 minuti di percorrenza, sollevatori, trasporti gratuiti a mo’ di indennizzo», si aggiunge, «non rappresentano affatto un accomodamento ragionevole».
Da qui l’invito a tutte le associazioni dei disabili ad affiancarsi nell’azione legale contro il Comune: «Una battaglia, prima di tutto, culturale e per il cambiamento che può derivare dalla presa di coscienza degli errori commessi».
«Non so francamente cosa fare: sull’ovovia, è vero, siamo in ritardo, ma è quasi pronta», commenta stupita l’assessora ai Lavori pubblici, Mara Rumiz, «una cosa è lamentarsi che il ponte sia stato aperto non ancora accessibile a tutti - ci siamo scusati e stiamo provvedendo - dall’altra è bocciare il progetto ovovia: si sa da anni che questa è la strada intrapresa dall’amministrazione comunale, avrebbero dovuto chiarire allora questa loro posizione. Vorrà dire che affronteremo anche questa». «Eppoi», prosegue l’assessore, «sono molto preoccupata anche per il futuro: cosa significa essere contari anche ai sollevatori? Per il nuovo ponte dell’Accademia prevediamo una piena accessibilità, ma mista, parte con ascensori parte con opere, dal momento che una rampa sarebbe stata del tutto improponibile. Neppure un sollevatore è gradito alla Fish?».
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