Caccia alla “cicca” sotto la sabbia

SOTTOMARINA. Due minuti di “piacere”, da uno a cinque anni per cancellarne le conseguenze materiali. Fumare una sigaretta in riva al mare è una piccola trasgressione che in termini ambientali,...

SOTTOMARINA. Due minuti di “piacere”, da uno a cinque anni per cancellarne le conseguenze materiali. Fumare una sigaretta in riva al mare è una piccola trasgressione che in termini ambientali, tralasciando gli aspetti salutistici, costa moltissimo. Da anni il problema ha coinvolto gli operatori turistici che si ingegnano nel trovare le soluzioni più disparate per ridurre l’impatto dei mozziconi lanciando campagne no smoking o trovando soluzioni pratiche per ridurre il numero di cicche che finiscono sulla sabbia. Il litorale di Bibione ha un’area interdetta al fumo, le spiagge di Sottomarina e Isola Verde, così come Jesolo, aderiscono da anni alle iniziative di MareVivo sotto lo slogan “Il mare non vale una cicca?”.

I tutti i chioschi e i ristorantini della spiaggia di Sottomarina, aderenti al Sib (Sindacato italiano balneare) e a Gebis, si possono trovare dei raccoglitori ad hoc dove gettare le cicche. Si immagina che il consumo maggiore sia dopo pranzo, dopo uno spuntino o dopo un caffè, così nell’area vicina ai punti ristoro si sono posizionati questi speciali posaceneri di grandi dimensioni.

«Ogni anno MareVivo ci propone qualcosa di nuovo», spiega Fabrizio Boscolo Nale, presidente di Gebis, «in un’occasione il posacenere tascabile che abbiamo distribuito ai nostri clienti invitandoli a usarlo e a non gettare le cicche per terra, in un’altra dei coni da piantare sulla sabbia dove buttare tutti i mozziconi della giornata per fare un unico giro alla sera fino al cassonetto».

Perché è proprio la pigrizia la nemica dell’ambiente. Chi è sdraiato sul lettino a prendere il sole non ama alzarsi e raggiungere le oasi ecologiche per gettare i rifiuti. Vale per le carte dei gelati, per i resti del pranzo e pure per i mozziconi. La tentazione è di lasciare la cicca sulla sabbia pensando che sia un rifiuto poco impattante. E’ vero invece tutto il contrario. «I nostri bagnini passano anche tutte le sere col classico retino», spiega Boscolo, «per raccogliere i rifiuti più piccoli tra cui ci sono ancora tanti mozziconi. Abbiamo un attrezzo ad hoc con cui la sera tiriamo la sabbia per far emergere ciò che va sotto».

Dall’altra parte del Veneto, a Jesolo, sempre su stimolo di MareVivo sono stati distribuiti raccoglitori su tutto l’arenile e anche sul lungomare, accanto ai punti luce. La ditta che si occupa di raccogliere i rifiuti, Alisea, ha distribuito 1500 “coni” nei 50 consorzi del litorale. Si tratta di raccoglitori piccoli, molto discreti, simili in tutto a un cono gelato che si apre sulla cupola e permette di gettare dentro le cicche e di richiuderlo, infilandolo sulla sabbia. «Per il prossimo anno stiamo pensando a una spiaggia no smoking», spiega Renato Cattai, presidente della Federconsorzi di Jesolo, «un’ulteriore segnale dell’attenzione a un problema serio».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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