Ca’ Noghera a quota 1 miliardo
Dieci anni di incassi d’oro. «Grazie al Casinò salvi i conti di Ca’ Farsetti»
CA’ NOGHERA.
Il Casinò di Ca’ Noghera? «In 10 anni ha versato al comune 1 miliardo di euro». Parola del direttore generale Carlo Pagan nel festeggiare i primi dieci anni di vita della sede della Casa da gioco di terraferma nata il 25 agosto 1999.
Pagan sottolinea quanto il Casinò abbia contribuito alle tasche del Comune e di riflesso dei veneziani. Una cifra - a ben pensarci - da capogiro, senza la quale molti dei servizi ai quali gli abitanti sono abituati, sarebbero un miraggio. «Ca’ Noghera per noi e per il comune è stata una grande scelta. La nuova sede ha contribuito in maniera determinante a versare il miliardo che il Casinò ha dato al Comune: oggi costituisce una delle offerte di gioco concentrate in una singola location più grandi in Europa, sfioriamo oramai le 800 slot».
Il numero di ingressi negli ultimi anni è sempre in crescita. Nel mese di luglio sono stati 78mila, di 20 mila unità superiori agli altri tre casinò più battuti: Sanremo, Campione e Saint Vincent, che si fermano al massimo a 59mila. «In dieci anni - precisa il presidente Mauro Pizzigati - il gradimento non è mancato, se si pensa che dal 25 agosto 1999 al 31 dicembre 2008 sono venuti a Ca’ Noghera oltre 8 milioni di clienti». Altra nota positiva. «Nell’anno 2007-2008 - prosegue Pagan- la sede ha totalizzato il record di incassi da slot, 120milioni di euro, ma anche di vincite: 2 milioni 800 mila euro incassati da un unico giocatore». Obiettivi? «A breve termine c’è quello di contenere la flessione: dal meno 18 per cento siamo passati al meno 12 per cento, speriamo di recuperare sino a meno 10 e mantenere il calo ad una cifra, su questo punto ci aiuterebbe sicuramente trovare una maggiore intesa con i sindacati. A medio termine invece, vorremmo creare il più grande Casinò d’Europa con 1500 slot e 100 tavoli. L’intenzione è quella di mantenere la sede di Venezia, ragione dell’immagine stessa della città e dare maggior impulso alla clientela internazionale». Il cliente che ha a disposizione grandi quantità di denaro e gioca volentieri al Chemin de Fer. «Più che spiegare cosa si è fatto con il denaro del Casinò - dice senza mezzi termini il capo del gabinetto del sindaco Maurizio Calligaro - si fa prima a dire cosa non si sarebbe fatto. Ca’ Noghera è una manna che ci dobbiamo tenere stretta e che ha raddoppiato gli incassi». Due cifre: «Il bilancio completo del comune è di 650 milioni, di questi 107 provengono dalla Casa da gioco, cioè un sesto delle entrate. Se d’improvviso venissero a mancare significherebbe tagliare i servizi socio-sanitari, le attività per le fasce più deboli, azzerare il bilancio culturale delle municipalità».
Per i sindacati, invece, ci vorrebbe una marcia in più: «Sicuramente la sede di Ca’ Noghera ha rappresentato un valore aggiunto perché ha ampliato l’offerta e allargato la dimensione del fatturato - ragiona Salvatore Affinito segretario generale Slc-Cgil - ma nell’ultimo periodo ha adottato politiche prudenziali, abbassando i livelli di gioco per non affrontare il rischio e riducendo le spese per la clientela». Ricette? «Puntare su politiche di ospitalità, coccolare il cliente, offrirgli la cena, non risparmiare». Enrico De Giuli, segretario regionale Uilcom Venezia va al sodo. «Non si può puntare solo sulle slot, sui clienti che spendono poco: con 20 mila ingressi più degli altri, l’incasso dovrebbe essere maggiore».
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