Bosco Ottolenghi, l'assaltonel primo giorno d’apertura

Migliaia di persone hanno invaso via Altinia Originali opere d'arte mimetizzate tra gli alberi percorsi con i cavalli e per biciclette
Migliaia di persone ieri hanno preso d'assalto il bosco Ottolenghi nel giorno della sua apertura ufficiale, baciata da un sole splendente. Ancora non tutti sanno che a Mestre esiste un bosco che si trova tra Favaro e Dese, ma la città in questi giorni è stata opportunamente tappezzata di grandi striscioni bianchi con la scritta «Ecco il Bosco», che non sono passati inosservati. Così ieri sin dalle prime ore del mattino, si sono incominciati a vedere manipoli di persone a piedi, in auto, ma soprattutto in bicicletta che cercavano questo bosco Ottolenghi indicato ovunque. E la meraviglia, per tutti, è stata la medesima. Perché a parte gli addetti ai lavori e chi è del luogo, la maggior parte delle persone che da anni sente parlare del progetto del bosco, non immaginava né dove fosse, né che fosse cresciuto.

Tra i più sbalorditi i bambini, portati in braccio, per mano, sopra le biciclette, dai rispettivi genitori. C'erano inoltre cani di tutte le taglie tenuti rigorosamente a guinzaglio, tranne qualcuno che si era divincolato e scorrazzava felice tra gli alberi. L'organizzazione ha messo a disposizione piantine dei percorsi, cappellini, gadget. Gli Amici della bicicletta di Marcon hanno organizzato una pedalata ecologica partita attorno alle 9.30. Verso le 11 i parcheggi disponibili (quello davanti a forte Cosenz e il parcheggio della ferrovia un po' oltre), erano già pieni. I visitatori sono stati comunque trasportati dalle navette apposite. C'erano persino veneziani in trasferta per vedere il primo tassello del sogno dell'ex prosindaco Gaetano Zorzetto. I più fortunati sono anche riusciti a scorgere qualche leprotto che non abituato ad occhi indiscreti, correva più veloce che poteva in mezzo agli alberi. Purtroppo, con l'alluvione, più di qualche esemplare è annegato, tanto che adesso l'Istituzione ha deciso di realizzare dei terrapieni in prossimità delle zone umide per permettere alle lepri di salvarsi in caso di piogge violente. E poi c'erano i cavalieri, invitati in via ufficiale dal presidente dal Bosco, che hanno fatto fare una galoppata in sicurezza ai curiosi, ma anche dei pony che hanno lasciato senza parole i più piccoli.

Mimetizzate in mezzo agli alberi alcune originali opere d'arte, tra cui delle specie di culle bianche che pendevano dai rami, simbolo della nascita del parco urbano. Ignari della vastità del polmone verde che porta il nome del rabbino Adolfo Ottolenghi, i visitatori si sono incamminati lungo i sentieri, seguendo le frecce che indicavano la «festa» allestita nel cuore dell'area verde, dove c'erano gli stand enogastronomici: si poteva assaggiare il miele dei contadini e i prodotti delle aziende agricole della zona, tra cui il cabernet Pra Lungo prodotto in via Terronazzo a Dese. In mezzo erano disposte delle lunghe tavolate, dove sono stati serviti assaggi offerti dalla Confesercenti. Per tutto il pomeriggio si sono susseguiti spettacoli non stop, rappresentazioni teatrali, letture ad alta voce di passi scelti, e dietro gli alberi spuntavano ogni tanto elfi danzanti, fate addormentate, animali magici.

Soddisfatta il presidente dell'Istituzione Mariolina Toniolo: l'organizzazione aveva, infatti, temuto per il tempo. E invece in una giornata più bella non si poteva davvero sperare. D'ora in poi la sfida, sarà quella di mantenere il polmone verde pulito e curato. I cavalieri si sono offerti di prestare dei servizi di guardiania in cambio, ovviamente, di percorsi ad hoc per i loro cavalli. Ma una vera e propria ippovia sarà in futuro realizzata in collaborazione con il Comune di Marcon e con quello di Mogliano.

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