Bonus edilizi, costruttori e artigiani temono l’effetto dei tagli: «Famiglie penalizzate»

«Per rilanciare il settore delle costruzioni abbiamo bisogno di queste detrazioni, speriamo in un ripensamento»

Annalisa Girardi
Alessandro Gerotto, Ance Veneto
Alessandro Gerotto, Ance Veneto

Il ridimensionamento in Manovra degli incentivi sulla casa - per i lavori di ristrutturazione o di efficientamento energetico - lascia i costruttori con l’amaro in bocca. L’ultimo anno non è stato semplice per il settore, che avrebbe avuto bisogno di una spinta, non di tagli.

«Per rilanciare il settore delle costruzioni c’è ovviamente bisogno di queste detrazioni, perché alle famiglie non si può chiedere di mettere mano al portafoglio, soprattutto quando ci sono gli obiettivi green dell’Unione europea all’orizzonte», commenta Alessandro Gerotto, presidente dell’Ance Veneto.

Il riferimento è alla direttiva per cui gli Stati membri dovranno ridurre il consumo di energia negli edifici residenziali del 16 per cento entro il 2030, un proposito che si potrà realizzare solo con solidi interventi di riqualificazione energetica.

L’allarme dell’Ance

«Noi auspichiamo che per gli anni a venire ci sia un ripensamento. Ora cerchiamo di digerire questa Manovra e poi ragioneremo su dei piani di crescita strutturali, degni di una visione industriale», aggiunge Gerotto.

Per poi sottolineare che comunque sarebbe più opportuno ragionare su una modalità di intervento diversa, che possa andare a beneficio di tutti i cittadini.

In questi anni, infatti, spesso gli incentivi sono stati presentati sotto forma di detrazione fiscale, una modalità non sempre accessibile a tutti: «Questi interventi sono poco democratici, perché vengono utilizzati da chi ha capacità fiscale. I dipendenti possono attingere a queste detrazioni, ma le partite Iva o i pensionati non avranno questo tipo di agevolazione. Per cui bisognerà trovare altre forme democratiche di intervento».

Anche gli artigiani preoccupati

Ma i costruttori edili non sono gli unici a essere preoccupati. I timori sono condivisi anche dall’universo degli artigiani:

«È innegabile che ci fosse l’esigenza di una riorganizzazione complessiva dei tanti incentivi messi in campo dallo Stato negli ultimi anni - commenta il presidente di Casartigiani Veneto, Franco Storer - ed è altrettanto evidente l’urgenza, in questa finanziaria, da parte del governo, di recuperare risorse, cosa che comporterà importanti tagli di spesa sugli enti locali.

Per questo siamo preoccupati. E con questa ulteriore scure sui bonus legati all’efficientamento energetico delle abitazioni, l’esecutivo oltre a mettere in difficoltà un intero settore rischia anche di darsi la zappa sui piedi».

Secondo Storer, infatti, il sistema di incentivi non solo era un volano dal punto di vista economico e un fattore importante nel percorso per la neutralità climatica, ma era anche uno strumento necessario nella lotta all’evasione.

La lotta all’evasione

«Non solo queste misure, nel loro complesso, hanno fatto bene all’ambiente, riducendo le emissioni e dando il via alla necessaria svolta green, contribuendo alla qualità dell’abitare, ma con il meccanismo delle detrazioni e delle fatture hanno anche fatto emergere notevoli sacche di evasione.

Il loro effetto positivo era dunque triplice: sulle aziende e sulle famiglie, sui territori e anche nei confronti del fisco. Gli incentivi sono uno strumento ben più efficace dei controlli fiscali».

Poi Storer conclude: «Il nostro auspicio è che anche nel prossimo futuro possano essere sì razionalizzati e ottimizzati, ma non certo ridotti o eliminati».

Sguardo al futuro

Insomma, tra costruttori e artigiani, i timori sono diversi. Ma entrambe le categorie condividono l’ansia per un settore che continua a fare fatica, dopo il colpo della pandemia di Covid.

Proprio l’Ance ha previsto per il 2024 un calo del 7,4 per cento per il comparto edile. Nel report sugli scenari regionali dell’edilizia nel Veneto i costruttori scrivevano:

«Sul futuro del settore delle costruzioni avrà sicuramente un impatto la recente approvazione della cosiddetta direttiva delle Case Green, che impone la totale riduzione dei consumi per gli edifici residenziali e non entro il 2050.

Al fine del raggiungimento di questi obiettivi, risulta importante rimettere al centro delle scelte di politica economica degli strumenti in grado di promuovere una vasta e profonda riqualificazione del patrimonio immobiliare, in grado di conseguire la neutralità climatica così come definita in sede europea».

Insomma, uno scenario ben diverso da quello che si concretizzerà con i tagli e i ridimensionamenti degli incentivi e dei bonus edilizi.

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