«Bisogna andare verso l’Europa federale»

De Benedetti apre la rassegna alla Fenice, il direttore Mauro: «Cresce la disaffezione». L’annuncio dell’altra tragedia a Lampedusa
Di Alberto Vitucci
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 11.10.2013.- Teatro La Fenice, "La Repubblica delle Idee".- Nella foto il Dir. Ezio Mauro
Interpress/Mazzega Morsego Venezia, 11.10.2013.- Teatro La Fenice, "La Repubblica delle Idee".- Nella foto il Dir. Ezio Mauro

VENEZIA. «L’Europa si è fermata all’euro. È evidente che così non basta, né può durare. Dobbiamo procedere velocemente verso un’Europa federale». L’ingegner Carlo De Benedetti ha aperto così ieri sera al teatro La Fenice l’edizione veneziana della «Repubblica delle Idee», incontro tra il giornale, la città e la «community» dei lettori. Platea piena di studenti, professionisti, cittadini veneziani interessati all’iniziativa, con tre giorni di relazioni e dibattiti sul futuro dell’Europa e dell’euro. Scenografia sobria, sul palco di uno dei teatri più celebri al mondo.

«Abbiamo scelto Venezia, la più coraggiosa delle Repubbliche marinare», ha detto ancora l’editore del gruppo Espresso, «per questa Repubblica delle idee. Per parlare con entusiasmo di un’Europa possibile e doverosa, di un genio inventivo che non si è estinto. Noi guardiamo positivamente al nostro futuro, certo in carestia, ma con allegria». E il ruolo dell’Europa trova origine nella storia degli ultimi secoli.

«Noi europei abbiamo scoperto l’America», ha scandito l’ingegnere, «e i nostri antenati vi hanno fatto la più grande democrazia federale al mondo». Una punta di orgoglio, citando il Rinascimento e l’Illuminismo, la storia delle arti e delle città. «Molte civiltà hanno avuto nei millenni grandi periodi di gloria», ha proseguito De Benedetti, ma nessuna è stata durevole come l’Europa. Qui è nata la filosofia, da Aristotele a Kant, l’innovazione da Galileo a Newton al bosone di Higgs, la pittura da Raffaello a Rembrandt, da Picasso a Matisse. Qui è nata la musica di Bach, Mozart, Ravel, qui è nata la religione di Pietro e di Lutero, qui ci sono città gioiello come Venezia, Roma, Pisa, Granada, Caserta...fermatemi...!» Europa federale, dunque. Palla presa al balzo dal governatore del Veneto Luca Zaia. «Il Veneto è europeista, ma per essere forti in Europa bisogna essere forti prima in casa propria. Dobbiamo diventare al più presto un Paese federale». Saluto della città del sindaco Giorgio Orsoni. Che ha ricordato la tradizione secolare di Venezia come centro di cultura, «città capace di attirare traffici e commerci, artisti e scienziati». Ezio Mauro, direttore di Repubblica, ha provato a spiegare il senso profondo dell’iniziativa.

«Rinsaldiamo il legame tra il giornale e la community dei lettori», ha detto, «un filo che lega questo giornale ai suoi lettori e viene rinnovato ogni giorno».

L’Europa, secondo il direttore di Repubblica, «è oggi una realtà di cui sentiamo i vincoli ma non ne capiamo la legittimità». Ecco il motivo del calo del consenso dei cittadini all’idea di Europa. «Erano il 59 per cento i sostenitori dell’Unione nel 2000», ha rivelato Mauro citando un sondaggio di Ilvo Diamanti, «sono diventati il 49 per cento nel 2010, il 43 per cento oggi».

«Ma la colpa», ha concluso, «non è dell’euro e della moneta unica. Ma dei mancati controlli dei governi sull’applicazione dell’euro. Così i cittadini sono rimasti soli». E l’Europa di oggi non è più quella che i cittadini volevano. Un’Europa nemmeno capace di affrontare in modo incisivo i problemi dei migranti. Con la nuova tragedia del canale di Sicilia: altri cinquanta morti in un barcone rovesciato, duecento tratti in salvo. La notizia la danno in diretta sul palco l’inviato Claudio Tito e lo stesso Ezio Mauro.

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