Biennale, la regista Cavani al posto di Croff

Il ministro Rutelli avrebbe ormai deciso la successione alla presidenza
Davide Croff sembrava in una botte di ferro per la riconferma alla presidenza della Biennale - il suo mandato, come quello del Consiglio di amministrazione, scade all’inizio del 2008 - dopo la discesa in laguna del ministro Francesco Rutelli qualche settimana fa per la vernice della Mostra delle Arti Visive. Sorrisi, complimenti e l’impressione palpabile che il manager proveniente dalla Bnl - nonostante il fuoco incrociato del sindaco e vicepresidente della Biennale Massimo Cacciari e quello del consigliere Franco Miracco, portavoce del presidente della Regione Giancarlo Galan - fosse ancora ben saldo verso la riconferma, nelle intenzioni del ministro. Ma nelle ultime settimane qualcosa è cambiato, e non tanto per le polemiche veneziane suscitate da Cacciari e Miracco per le dimissioni del direttore organizzativo Renato Quaglia, in polemica con Croff - dopo l’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti - per il contrasto con il direttore del settore Arti Visive Robert Storr, sullo sforamento di budget della Mostra.


Polemiche di cui pure a Roma si è avuta eco, così come dell’ormai aperta ostilità tra Croff e Cacciari, mascherata solo dai rispettivi ruoli istituzionali, ma che amche nell’ultimo Consiglio di amministrazione della Biennale ha visto toni davvero accesi. Sarebbe infatti lo stesso Rutelli - che vuole comunque scegliere lui il nuovo presidente della Biennale, senza essere tirato per la giacca da Cacciari, e ancor meno da Galan - a meditare seriamente sulla possibile sostituzione di Croff, a cui verrebbe comunque offerto, in alternativa alla presidenza della Biennale, un altro incarico di prestigio, riconoscendogli il merito di aver comunque tenuto in piedi la fondazione, in un momento economico difficile, con i continui tagli dei fondi statali. Per la prima volta, spunta un nome nuovo e autorevole per il possibile cambio della guardia al vertice della Biennale: quello della regista Liliana Cavani. Di lei Rutelli ha grandissima stima e considerazione, e la regista di film come Francesco d’Assisi - recentemente restaurato proprio con il contributo del Ministero dei Beni Culturali - Il portiere di notte e, recentemente, la fiction tv dedicata alla figura di Alcide De Gasperi, è anche politicamente sulla cresta dell’onda.


La regista modenese è infatti tra le personalità chiamate a lavorare al”Manifesto“ fondativo del nuovo Partito Democratico. Per lei, dunque, Rutelli pensa a una collocazione autorevole e i posti in palio sono due. Uno è quello della presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia, il cui Consiglio decadrà tra pochi mesi e con esso anche il suo presidente, il sociologo Francesco Alberoni, nominato a suo tempo dalla Casa delle Libertà. Ma per la guida del Centro c’è anche un’altra possibile candidatura “rutelliana”: quella di un giovane regista come Mimmo Calopresti. L’altra collocazione possibile - ancora più prestigiosa - è appunto la presidenza della nuova Biennale, al posto di Croff. Che comunque continua a lottare con tutte le sue forze per restare alla guida della fondazione - nonostante la tenaglia Cacciari-Galan - e che, oltre al buon rapporto con Rutelli, sta muovendo le sue carte anche all’interno della Margherita. Il suo principale sponsor è un amico di vecchia data - e ora acerrimo nemico di Cacciari - come il precedente sindaco di Venezia Paolo Costa.


Quest’ultimo starebbe anche spingendo sul vicepresidente della Camera Pier Luigi Castagnetti - anche appoggiato dal senatore Tiziano Treu - per tenere salda la candidatura di Croff per la riconferma. In sede veneziana, Croff continua anche a contare sull’appoggio discreto del presidente della Provincia Davide Zoggia, che gli garantisce una certa neutralità da parte diessina. Cacciari spinge nella direzione esattamente opposta, quella della rimozione di Croff, ma le candidature finora avanzate - con i due ex assessori comunali alla Cultura Sandro Parenzo e Gianfranco Mossetto e l’ex presidente della Biennale Paolo Baratta che si è chiamato fuori da solo - non hanno fatto presa su Rutelli. A lui, tra pochi mesi, la decisione, con le quotazioni di Croff decisamente in ribasso. Se poi il Governo Prodi dovesse cadere prima del febbraio 2008 - e con lui anche Rutelli - le prospettive per la Biennale cambierebbero totalmente. La sostituzione di Croff sarebbe allora scontata, ma la scelta del suo successore coinvolgerebbe, inevitabilmente, anche il centrodestra, che per ora sta a guardare.

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