Benzina sopra 1,80 in Austria solo 1,37 «È colpa delle accise»
VENEZIA
Benzina, mai così cara. E soprattutto mai così sopra rispetto ai prezzi degli altri Paese europei. Venerdì mattina il prezzo medio alla pompa della verde aveva sfondato quota un euro e ottanta al litro. 1,81 per la precisione, molto più di Germania (1,58), Francia (1,49) e Austria (1,37). Non andava meglio con il gasolio, capace di toccare l'euro e 75. Magra consolazione se il Veneto è una delle sette regioni italiane che restano sotto 1,8 euro/litro, fermandosi ad una media di 1,78. «Ormai è una situazione impossibile da sostenere - denuncia Ermes Coletto, presidente regionale di Federconsumatori - Si creano condizioni di difficoltà che inevitabilmente si riversano su tutta l'economia. Ogni aumento di carburante tocca famiglie, imprese e filiere, facendo schizzare i prezzi e svuotando le tasche degli utenti. Occorre intervenire, innanzitutto razionalizzando la catena di distribuzione visto che agire a livello fiscale è un percorso improponibile di questi tempi». «Ormai accise e tasse superano il valore stesso del prodotto - fa eco Valter Rigobon, numero uno regionale di Adiconsum - Viviamo l'impietoso confronto con l'estero a causa di un prodotto su cui pesano tasse vecchie di decenni. Avevamo chiesto di eliminare qualche accisa, per esempio quella sulla guerra in Eritrea, e invece ne sono state aggiunte altre. Qui non si capisce che una famiglia, con almeno due macchine, arriva ad avere un rincaro annuo di quasi 800 euro. Era dal '73 che non vivevamo una situazione così grave».
Quali proposte? «Chiediamo l'aumento dei distributori "bianchi" dove i prezzi sono più vantaggio - spiega Rigobon - e la possibilità per i gestori di approvvigionarsi da più case madri, in modo da poter mettere in atto una sorte di negoziazione, che poi avrebbe un beneficio sul prezzo finale».
I gestori di impianti che dicono? «Bisogna smontare il luogo comune che se aumenta il prezzo del carburante aumentano anche i nostri ricavi - sottolinea Paolo Padoan, responsabile patavino della Federazione italiana dei gestori impianti stradali carburante (Figisc) - Noi guadagniamo 4 centesimi a litro, e con il rincaro del prezzo abbiamo subito un calo della benzina erogata pari al 30%». Padoan teme l'emergere delle "pompe bianche", quelle stazioni di servizio indipendenti che non fanno parte del circuito delle compagnie di distribuzione di carburante più note: «Queste realtà tanto auspicate dai consumatori ci stanno ammazzando. Ci sono stazioni che perennemente lavorano offrendo la "promozione" dei -9 centesimi: ma come fanno? Non appena nasce una pompa "no logo", quelle limitrofe storiche sono costrette a chiudere. Si pensi che nel Trevigiano c'è chi è passato da 1,5 milioni di litri erogati in un anno a meno di 400 mila per colpa di questi concorrenti».
Chi patisce di più il confronto con l'estero, in questa situazione di continui rincari, sono gli autotrasportatori: «Nell'alto Veneto e nelle zone di frontiera il confronto con i trasportatori esteri diventa insopportabile. I frontalieri sono in grandissima difficoltà a causa del carburante che continua a crescere - conferma Flavio Pachera, presidente veneto di Trasporti e logistica di Confindustria -. Siamo veramente disperati, il governo deve intervenire».
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