Aziende a caccia di sviluppatori Uqido lancia il corso di realtà aumentata

Padova, più domanda che offerta per le nuove professioni Il ceo Avesani: «Il mio programmatore trovato al bar»

PADOVA

AAA nuovi sviluppatori cercasi. È uno degli annunci più frequenti di questi ultimi tempi, un problema che toglie il sonno a molti imprenditori, pronti a far fare alla propria azienda un salto di qualità digitale ma a cui mancano le competenze necessarie per farlo. Ma per tanti che una soluzione faticano a trovarla c’è pure chi punta sulla cultura digitale e sugli eventi ad hoc. Tra questi c’è senza dubbio Uqido, software house specializzata in sviluppo di prodotti digitali e tecnologie immersive che già da tempo accoglie dopo l’orario di chiusura le Uqido Talks About, incontri pubblici sul tema delle nuove tecnologie informatiche.

formazione e lavoro

Stavolta, invece, nella sede di Uqido a Padova è andato in scena il primo open day dell’Academy of Immersive Technologies realizzato con Randstad Technologies. Un percorso di formazione sul campo di sei settimane, in cui l’approfondimento teorico si compenetra quotidianamente con un approccio operativo, che accoglierà otto candidati. Alla fine del percorso, tre saranno assunti dalla stessa azienda mentre per gli altri cinque si aprirà la via delle lettere di segnalazione alle migliori realtà di settore del territorio.

È un corso interamente dedicato alle tecnologie digitali immersive di realtà virtuale e aumentata che ha visto già oltre cento candidati provare il test di preselezione messo in rete da Uqido all’inizio di maggio. «Cerchiamo sviluppatori capaci che conoscano a fondo i rudimenti del mestiere», spiega Pier Mattia Avesani fondatore e ceo di Uqido, «e vogliano indirizzarli verso le nuove tecnologie e le straordinarie opportunità della realtà virtuale e aumentata».

i nodi del reclutamento

Come per le multinazionali tascabili del nordest, per le quali la ricerca del personale è un elemento strategico di sviluppo che non si esaurisce con l’uscita di un annuncio di lavoro sul giornale, anche per Uqido il successo già dal primo corso dell’Academy of Immersive Technologies non nasce dal nulla. «Non credo sia solo una questione di quanti ingegneri informatici l’università di Padova sia in grado di sfornare ogni anno», continua Avesani, «quanto piuttosto un insieme di attitudini professionali e cultura digitale diffusa che permette lo sviluppo delle imprese del territorio. E Padova da questo punto di vista ha risorse eccezionali: un paio di anni fa, prima di decidere di attivare percorsi strutturati di cultura digitale con le Uqido Talks e poi con l’Academy, mi sono trovato a disperarmi perché non trovavo un buon programmatore».

GLI INGEGNERI AL BAR

«Una sera dopo il lavoro ero talmente sconfortato da andare da solo a prendere una birra ai Navigli», racconta Avesani. «Rimuginavo tra me, convinto che di sviluppatori ce ne fossero e che la colpa in realtà fosse mia perché non sapevo trovarli. Proprio in quel momento mi sono accorto che vicino a me c’erano due ragazzi che smanettavano con il telefonino. Mi sono rivolto a loro chiedendogli se non fossero ingegneri. Ne è nata una conversazione che mi ha permesso di contattare, e poi assumere, il mio miglior sviluppatore. Ovviamente un cosa così non mi è più ricapitata. Questo per dire che a Padova abbiamo la fortuna di avere una cultura digitale trasversale, diffusa e profonda, ma pure per chiarire che pescare un ottimo programmatore al bar è un caso raro. Per questo si deve lavorare per offrire cultura e opportunità di crescita alle ragazze e ai ragazzi che si appassionano di codice». —

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