L’associazione dei bagnini: «Gestione nazionale per garantire il servizio dei salvataggi in mare»

Da Cavallino Treporti è partita una lettera alla presidente del consiglio Meloni e a Salvini da parte dell’associazione nazionale dei bagnini

Francesco Macaluso
Un’esercitazione dei bagnini del litorale
Un’esercitazione dei bagnini del litorale

 

«Chiediamo che il sistema dei salvataggi in mare venga gestito direttamente dallo Stato su tutte le coste nazionali. L’assenza di uniformità fra le gestioni del personale e delle attrezzature in torretta messe in campo dai vari concessionari demaniali genera troppe inefficienze operative e disparità di sicurezza per bagnanti ed assistenti alla balneazione».

Lettera alla premier e a Salvini

Recapitata il 21 gennaio con questi contenuti la lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni e al ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini da parte dell’Associazione Nazionale Assistenti ai Bagnanti, organismo con oltre 200 operatori che salvano vite sulle spiagge marine e lacustri delle regioni Veneto, Lazio, Toscana, Campania, Lombardia e fra poco anche Puglia.

«La consideriamo una proposta di cruciale importanza per la sicurezza in mare e per la tutela della nostra categoria», spiegano da Anab, «attualmente, il sistema di salvataggio marino è gestito da una pluralità di concessionari, una situazione che determina una frammentazione delle risorse e delle attrezzature disponibili. Tale frammentazione non solo genera inefficienze operative, ma compromette anche l’uniformità del livello di sicurezza lungo il territorio nazionale. Riteniamo che una gestione statale consentirebbe di centralizzare le risorse, garantendo una distribuzione più equa ed efficace delle attrezzature di sicurezza , oltre a standardizzare le procedure operative, assicurando formazione uniforme e riconosciuta».

Contratto dei bagnini

Una tale scelta, continuano dall’associazione, permetterebbe inoltre di valorizzare il ruolo degli assistenti bagnanti, migliorando le condizioni contrattuali, incentivando l’ingresso nella professione e garantendo una presenza costante di personale. Negli ultimi anni, la categoria degli assistenti bagnanti ha affrontato una crescente carenza di personale, principalmente a causa di condizioni lavorative poco favorevoli. A fine giugno della scorsa stagione mancavano all’appello circa il 10% dei bagnini necessari alle località balneari a detta dei sindacati.

«Una gestione statale», incalza il presidente di Anab, Guido Ballarin, «potrebbe rappresentare una soluzione strutturale, migliorando non solo la sicurezza dei bagnanti, ma anche le prospettive professionali di chi opera in questo settore essenziale». —

 

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