Aperyshow e Fondazione Cecchettin, l’appello al mondo della musica: «Attenzione alle parole»
Le due realtà insieme per rendere la musica portavoce di rispetto e consapevolezza: la lettera del papà di Giulia agli artisti in scena e i vademecum per un linguaggio inclusivo

Aperyshow Charity Event e Fondazione Giulia Cecchettin, in occasione dell’edizione 2025 del primo Charity Festival italiano in programma all’area Campo Fiera di Arsego dal 24 aprile al 1° maggio, lanciano insieme un appello a tutti gli artisti e alle case discografiche per promuovere un linguaggio musicale più rispettoso, consapevole e inclusivo.
A firmarlo è Gino Cecchettin, padre di Giulia e presidente della Fondazione nata per trasformare il dolore della sua tragica scomparsa in un impegno concreto contro la violenza di genere.
In una lettera aperta rivolta agli artisti che si esibiranno sul palco del festival, Cecchettin invita i musicisti a riflettere sulla forza delle parole che usano nelle loro canzoni e sull’impatto che queste possono avere sui giovani: salire su un palco, oggi, significa anche scegliere da che parte stare. Le parole che scegli, i messaggi che trasmetti, arrivano a migliaia di giovani, e lasciano tracce.

Nel solco di questo messaggio, la Fondazione ha realizzato e diffuso due strumenti di sensibilizzazione: un vademecum per i cantanti, con consigli su come evitare stereotipi, romanticizzazione della violenza o linguaggi tossici nei testi delle canzoni e un vademecum rivolto alle case discografiche, per promuovere pari opportunità, sicurezza e inclusione nel settore musicale.
Il primo vademecum è stato consegnato a tutti gli artisti presenti alla manifestazione.
L’obiettivo è chiaro: coinvolgere chi fa musica nel cambiamento culturale necessario per prevenire la violenza di genere, a partire dal palco e dalla produzione musicale.
L’edizione 2025 dell’Aperyshow devolverà parte delle donazioni raccolte proprio alla Fondazione Giulia Cecchettin, confermando lo spirito solidale che da oltre dieci anni caratterizza il festival. Un gesto concreto che si affianca a un’azione simbolica potente: quella di usare la musica non solo per intrattenere, ma anche per educare, ispirare e costruire una cultura della parità e del rispetto.
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