Allarme per le assunzioni «Anomalie nei contratti»

I Cobas ascoltano i primi interinali lasciati a casa: «Situazione raccapricciante» La replica: «Tutto regolare, anche chi è rimasto a casa avrà lo stipendio»
PADOVA. Il caso Amazon è piombato sul tavolo dei sindacati con la velocità con cui il colosso dell’ecommerce consegna i pacchi ai suoi clienti “prime”. Un mese e mezzo dopo l’inizio dell’attività nel magazzino di Peraga, lo scenario - a sentire Gianni Boetto di Adl Cobas - è «raccapricciante». Così l’hanno descritto i primi fuoriusciti (o espulsi) dal deposito. «Avevamo registrato segnalazioni di casi particolari e credevamo che fossero eccezioni», esordisce Boetto, «invece ci siamo resi conto che c’è una situazione anomala diffusa».


L’anomalia è un eufemismo. Qui si parla soprattutto del trattamento riservato ai lavoratori a tempo determinato, agli interinali, ossia il personale arruolato in corsa per far fronte ai periodi di punta del lavoro come il Black Friday o il Natale. «Abbiamo registrato casi di ragazzi a cui è stato fatto firmare un contratto di tre giorni», denuncia Boetto. «Prima hanno fatto un giorno di prova, poi tre di contratto, poi tre di proroga e infine a casa». Di casi simili ce ne sono altri, compresi quelli ai quali è stato proposto un giorno di corso e poi il contratto da tre giorni. L’arruolamento è concentrato in un paio di agenzie interinali, la Adecco e la Elpe Hr. La prima lascia che a stipulare i contratti sia una sua subordinata, la Adecco Professional Solution. La Elpe invece ricorre alla Elpe global logistic service spa. «Si rimbalzano i lavoratori, ma non ci sono differenze sostanziali nel trattamento», dice Boetto. «Abbiamo più casi di lavoratori contrattualizzati fino al 31 dicembre ma lasciati a casa. Altri hanno lavorato ma utilizzando un tesserino intestato ad altre persone». È un quadro ingarbugliato che comprende anche gli autisti. Quelli presi dalle agenzie interinali hanno per lo più contratti di tre mesi. «Dovrebbero fare quattro ore e ne fanno anche dieci», insiste il sindacalista dei Cobas. «Gli avevano promesso un ticket per mangiare e non l’hanno mai visto. Avrebbero diritto al contratto nazionale e chissà se lo avranno mai». Per tutti, adesso, il sindacato chiederà un chiarimento. Probabilmente dopo la manifestazione di protesta che dovrebbe essere convocata a metà della prossima settimana davanti al magazzino di Peraga. Amazon risponde che i duecento addetti alle consegne - cento dei corrieri convenzionati e cento interinali - hanno tutti il contratto nazionale. E che la posizione degli operatori di magazzino non è anomala: «Una parte di loro ha un contratto monte ore garantito che dà la certezza di essere pagati per un determinato monte ore, indipendentemente dalle chiamate e quindi di avere un reddito garantito anche nel caso in cui l’azienda non effettui chiamate per tutto il mese (chi concorda 20 ore settimanali viene pagato comunque anche se non viene chiamato). Le fasce di disponibilità sono tre: antimeridiana, postmeridiana, serale notturna definita di comune intesa tra le parti, per un arco massimo di sei ore al giorno. Il lavoratore viene chiamato con 24 ore di preavviso e può rifiutare la prestazione se la richiesta riguarda un orario che non rientra nella fascia predefinita da contratto».
(cric)


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia