Alcoa, referendum unitario sull’accordo

Preoccupazione per la fermata del Primario. Critiche a Zaia: "Non ha fatto nulla per ridurre i costi dell’energia"
FUSINA.
Primo si, seppur preoccupato, dei lavoratori dell’Alcoa all’accordo siglato a Roma che sancisce la fermata del Primario senza tagli occupazionali e con investimenti nel Laminatoio. La Rsu organizzera oggi un referendum sull’ipotesi d’accordo siglata dopo 7 mesi di vertenza.


Un’assemblea preoccupata ma una volta tanto senza rotture del fronte sindacale ha dato un primo giudizio, all’accordo siglato a Roma con Alcoa. Sarà, comunque, ogni singolo lavoratore - con un referendum consultivo che oggi organizzeranno i delegati della Rsu - a dire l’ultima parola sull’ipotesi d’accordo che mette fine ad una lunga e sofferta vertenza in cui si è rischiato di perdere tutto, con il definitivo abbandono dell’Italia da parte di Alcoa.


L’accordo sancisce, invece, che la multinazionale dell’alluminio resta e investe sia in Sardegna (Portovesme) che in Veneto, a Fusina, dove oltre al Primario c’è anche un Laminatoio specializzato in leghe metalliche di altra qualità. Gli impegni assunti da Alcoa prevedono per Fusina solo di una «fermata temporanea» del Primario, ma tra i lavoratori - sopratutto quelli addetti a questa lavorazione - la preoccupazione è che, in mancanza di uno sconto sulle tariffe energetiche simile a quello adottato in Sardegna (ma solo per tre anni), si trasformi in una fermata definitiva.


Tuttavia, anche in questo malaugurato caso, a Fusina resterebbero il Laminatoio che dopo gli annunciati investimenti, potrà aumentare gli organici. «La fermata del Primario è difficile da mandare giù - spiega un delegato della Rsu -, ma, come si suol dire, c’ chi sta peggio, come i dipendenti di altre grandi multinazionali che hanno già chiuso tutti i stabilimenti (Dow Chemical, Ineos-Vinyls, Montefibre, ecc.) e si sono liberate, dei loro dipendenti».


«L’accordo è positivo, considerata la prospettiva di abbandono dell’Italia - dice Gianni Fanecco della Fim-Cisl veneziana -, rimane nell’incertezza la ripresa della produzione del Primario, rinviata a data indefinita e condizionata». «Tra i lavoratori non ci sono contrasti sull’accordo raggiunto - ha detto a sua volta Luca Trevisan della Fiom-Cgil - solo la preoccupazione che gli accordi vengano mantenuti».


Positivo anche il giudizio della Uilm «perché l’accordo ribadisce la strategicità della produzione di alluminio in Italia, salvaguardato l’aspetto occupazionale attraverso la garanzia degli attuali assetti anche a Fusina». Quel che non è piaciuto a molti è la nota diffusa dal presidente della Regione, Luca Zaia, nella quale si «da il merito di questo accordo, anche se non ha fatto nulla».


«La Regione - ha detto Zaia - ha svolto un ruolo quanto mai attivo che ha permesso di non perdere nessun posto di lavoro». «Noi Zaia non l’abbiamo mai visto - replica la Rsu - e per quanto ci consta il veneto, a differenza della Sardegna, non ha ottenuto nessun sconto federalistico sul costo dell’energia che resta alto e minaccia il riavvio del nostro Primario».

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