Acque alte record è l’anno nero In soli dieci mesi 20 maree in più
VENEZIA. La grande acqua è ormai alle spalle e anche ieri la previsione di un’alta marea di 120 centimetri di prima mattina è stata poi ridimensionata dal venir meno del vento di scirocco, che ha portato il limite dell’acqua a “soli” 107 centimetri. Ma - mentre in Comune si valuta anche la possibilità di ricevere possibili richieste di risarcimento danni da parte di chi, specie i negozi al piano terra, li ha subiti - sembra ormai evidente che qualcosa sta cambiando, e non in meglio nei livelli di marea che colpiscono la città storica.
Le maree
Il dato che più impressiona è quello che riguarda gli eventi di marea sostenuta, compresi tra gli 80 e 110 centimetri. In tutto il 2017 - secondo i dati del Centro Maree - se ne erano verificati 69. Ora, ai primi di novembre e con ancora quasi due mesi «cattivi» per le acque alte, le maree sostenute sono già 89, venti in più. Lo scorso anno e così nel precedente inoltre non si erano presentati eventi di marea eccezionale, superiore ai 140 centimetri sul medio mare. Quest’anno siamo già a due, tutti il 29 ottobre, con le punte di 156 e 148 centimetri.
Consiglio straordinario
Una preoccupazione diffusa, tanto che anche sette consiglieri comunali (Francesca Faccini, Rocco Fiano Bruno Lazzaro, Giovanni Pelizzato Nicola Pellicani, Emanuele Rosteghin, Monica Sambo, tutti del Pd e della Lista Casson) hanno chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario proprio per discutere della situazione dell’acqua alta. «L’acqua alta di lunedì», scrivono i consiglieri, «è stata eccezionale sia per il picco raggiunto - 156 centimetri sul livello medio del mare che rappresentano la quarta altezza di sempre - sia per l’abbinata con i 148 della successiva massima sia per la minima, 119 centimetri, la più alta di sempre.
Evidenti le ripercussioni sia sulla normale vita dei cittadini, con il blocco in moltissime aree dei mezzi pubblici, sia sulle opere, i monumenti ma anche abitazioni (si pensi al pavimento mosaicato della Basilica di San Marco), sia sulle attività economiche che hanno sbito ingenti danni. A questo punto, considerato anche che i cambiamenti climatici porteranno negli anni un aumento del livello del mare, è evidente che la città sarà sempre più esposta a fenomeni di acqua alta eccezionale.
Risulta quindi evidente che la città e i suoi abitanti non possono più aspettare ed è necessario che si attuino delle concrete misure di salvaguardia della città. L’opera del Mose non è certamente quella che avremmo voluto, però nella condizione attuale, con miliardi di euro spesi e arrivati ad oltre il 90% dello stato di avanzamento dell’opera, è necessario che il Governo dica alla città quali sono le tempistiche e quali decisioni intende adottare per la salvaguardia della città. Auspichiamo che possa essere convocato presto un Comitatone».
I risarcimenti
Il Gruppo 25Aprile ha invitato tutti i cittadini a inviare la documentazione dei danni subìti dall’acqua alta del 19 ottobre alla Protezione civile di Venezia. «Le condizioni sono simili all’acqua alta del 2008», spiega il portavoce Marco Gasparinetti. «Quella volta il Comune riuscì, attraverso una variazione di bilancio, a creare un fondo di un milione di euro. Per aiutare ora il Comune a quantificare il numero di persone danneggiate, invitiamo tutti a mandare la documentazione dettagliata che dimostri i danni provocati dall’acqua alta». L’annuncio completo dell’iniziativa si può leggere su www.gruppo25aprile.org.
Protezione Civile
Dal canto suo, la Protezione civile fa sapere che il Comune sta valutando il da farsi sulla questione del risarcimento. Attualmente non sono state ancora prese delle decisioni precise. Se nel frattempo si volesse inviare la documentazione lo si può fare in tre modi. Primo: inviare via pec a protezionecivile.centromaree@comune.venezia.it. Secondo: inviare una semplice segnalazione a protezionecivile@comune.venezia.it. In questo caso, se ci fosse la possibilità di un risarcimento, le persone verrebbero contattate. Terzo: portare la documentazione all’Ufficio Protocollo del Comune. Si ricorda che ogni cittadino ha un mese di tempo per fare la segnalazione. —
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