A Roby Baggio il World Peace Award: "Dedicato alla gente veneta, lo dividerò con gli alluvionati"
E' il primo sportivo a meritarsi il premio dall'alto valore simbolico che gli sarà consegnato venerdì a Hiroshima. Prima di lui è andato ad attori come Roberto Benigni o George Clooney, star della musica come Bono, Annie Lennox o Peter Gabriel. Dice Veltroni, presidente del summit giapponese con Mikhail Gorbaciov: "Una scelta all'unanimità"
Roberto Baggio
ROMA. Il primo pensiero è per la sua gente. «Dividerò il premio che mi verrà consegnato in Giappone con tutta la brava gente della mia terra ferita a morte. Parto per il Giappone con il cuore in tormento». Dopo attori e cantanti, Roberto Baggio diventa il primo sportivo a meritarsi il World Peace Award 2010. Un premio dall'alto valore simbolico la cui consegna avverrà venerdì, non a caso a Hiroshima.
A eleggere l'ex Codino azzurro - ricomparso solo di recente dopo anni di oblio sulla scena nazionale con la nomina a presidente del settore tecnico della Federcalcio - è stata una giuria di premi Nobel. In Giappone riceverà il riconoscimento da Mikhail Gorbaciov e Walter Veltroni, presidenti del summit giapponese incentrato su un «mondo senza armi nucleari».
Baggio è stato votato all'unanimità per i suoi contributi alle organizzazioni di beneficenza in tutto il mondo, oltre ai finanziamenti agli ospedali, per il terremoto di Haiti e per il suo impegno per la libertà di Aung San Suu Kyi. «Quando è comparso il nome di Baggio tutti abbiamo detto di sì», racconta l'ex segretario Pd e sindaco di Roma, che parla di «una bella scelta» a favore di «una persona con un'intensità interiore molto importante». L'ex Codino «è una persona che si è molto impegnata su questo fronte e che ha dimostrato di avere un sistema di valori molto forte», continua Veltroni, rilevando che è anche grazie alla sua fede buddhista che l'ex calciatore ha trovato «un equilibrio interiore e un senso di relazione con gli altri che l'ha portato a fare le scelte che poi ha fatto».
In passato il World Peace Award è andato ad attori come Roberto Benigni o George Clooney; star della musica come Bono, Annie Lennox o Peter Gabriel; e perfino alla nazionale di calcio cantanti. «Questo premio è meglio del Pallone d'Oro», chiosa Baggio, per il quale rispetto a questo riconoscimento «è risibile ogni altro successo personale e professionale».
Nel suo "messaggio" alle popolazioni del Veneto messe in ginocchio dal maltempo, promette di «tornare al più presto per tentare, nel mio piccolo, di fare qualche cosa di utile per rendere possibilmente meno pesanti gli effetti di questa calamità». «Io, nella pratica quotidiana di cittadino consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri - sottolinea l'ex n. 10 - ho un'idea ben precisa rispetto alla regola fondamentale che dovrebbe guidare l'esistenza di ciascuno: la felicità del singolo non può e non deve mai passare attraverso l'infelicità altrui». «Sicchè, per quel che può valere e per il momento, posso garantire - conclude - che vi porto nel cuore e che dividero' il premio che mi verrà consegnato in Giappone con tutta la brava gente della mia terra ferita a morte».
Messaggero di pace fuori dal campo, Baggio però non riesce a dimenticare l'esclusione dai Mondiali 2002 e ancora accusa l'allora ct Giovanni Trapattoni: «Sarebbe stato il quarto - ha detto l'ex Codino in un'intervista a
Vanity Fair
(in edicola da domani) - e io dovevo esserci. Era giusto, era sacrosanto. Per la carriera che avevo avuto ne avevo diritto. Mi dovevano portare, darmi quell'occasione... Anche se fossi stato in carrozzella mi dovevano portare. E poi avevano appena allargato la rosa dei convocati a ventitrè. E l'avevano fatto perché potessimo partecipare anche io e Ronaldo che venivamo da infortuni e potevamo essere un rischio. Un uomo in più, che problema c'era? Invece Ronaldo andò, risorse e vinse. Io, a casa».
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