208 milioni di debiti per l'Usl di Venezia. Zaia: "Io non pago"

Il direttore generale dell’Usl 12 veneziana denuncia con una lettera inviata al segretario regionale della sanità Domenico Mantoan un rosso di 208 milioni di euro. Una somma enorme, che fino allo scorso anno veniva poi ripianata da un contributo regionale. Adesso il governatore leghista ha detto stop. Ma le Usl venete non riescono più a pagare i fornitori. Ed è allarme sui servizi
VENEZIA.
Sanità, il debito c’è ma non si vede. O, come denuncia il direttore generale dell’Usl 12 Antonio Padoan, non può essere inserito nei bilanci della Regione. Su richiesta di palazzo Balbi stesso. Almeno così è stato nel suo caso. Nella lettera inviata lo scorso 10 settembre (e arrivata in Giunta il 13) al segretario regionale della Sanità Domenico Mantoan e, per conoscenza, all’assessore Luca Coletto, Padoan rivela l’esistenza da parte della Regione di un debito di 208.256.132,50 euro a favore dell’Usl 12 che palazzo Balbi non ha coperto intimando che non venisse nemmeno registrato a suo carico.


Un ordine che sta paralizzando l’attività finanziaria dell’azienda sanitaria, accrescendone il passivo, assicura il manager. Motivo per cui Padoan invoca l’intervento di palazzo Balbi affinché eroghi «in tempi brevissimi» il credito dovuto. Non solo: il caso dell’Usl veneziana non è destinato a restare isolato. Si vocifera infatti che siano diverse le aziende coinvolte nel gioco delle tre carte. Una situazione che, se confermata, rischia di far gonfiare il passivo della sanità veneta a cifre vertiginose, si sospetta addirittura fino al miliardo di euro.


Certo questo, al di là dei rumors di sottofondo, è tutto da dimostrare. Quello che è documentato, invece, è la situazione delle perdite d’esercizio e dei successivi ripiani dell’Usl 12 nel periodo che va dal 2000 al 2009. In sostanza, in un decennio, l’Azienda veneziana ha accumulato perdite di gestione sanitaria riconosciute dalla Regione per oltre 700 milioni di euro: deficit approvati dalla Giunta regionale per il periodo dal 2000 al 2008 e per lo più coperti, mentre ancora nessun avvallo c’è stato invece sul passivo di esercizio 2009. E, si sussurra, non ci sarà mai: il governatore Zaia si rifiuterebbe infatti di ripianare le spese sostenute dai direttori generali sforando il bilancio.


«L’Azienda veneziana vanta un credito verso la Regione per perdite relative agli anni 2000-2008, approvate con delibera di Giunta regionale, ma non interamente ripianate, per 109.327.864,96 euro, al quale vanno aggiunti 98.928.267,64 relativamente alla perdita di esercizio 2009» scrive Padoan. «Purtroppo - prosegue - tale credito non emerge dalla documentazione ufficiale (bilancio di esercizio 2009), in quanto la Regione Veneto con nota protocollo 230016/50.00.02.00.00 del 26.04.2010 ha intimato all’Azienda di non registrare tale valore tra i crediti verso la Regione. Inoltre, ciò ha fatto assumere un valore negativo al Patrimonio Netto, che denota una situazione di totale incapacità dell’azienda a far fronte ai propri debiti». A questo punto, prosegue il direttore generale dell’Usl 12, la mancata erogazione finanziaria dei ripiani ha creato una situazione di «strutturale deficienza finanziaria che si ripercuote nei pagamenti verso i fornitori». Al punto che la media dei tempi di pagamento è attualmente pari a «390 giorni con picchi di 750 per alcune rilevanti realtà». Di conseguenza, considerata la perdita di esercizio 2009, per la quale sono stati erogati acconti solo per circa il 5% del suo ammontare «la situazione diventa ancora più deficitaria».


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«La mancanza di risorse finanziarie unitamente alla mancanza di notizie chiare circa la tempistica e l’entità dei ripiani che verranno erogati nei prossimi mesi - aggiunge Padoan - non permette di effettuare alcuna pianificazione finanziaria per recuperare almeno parzialmente il debito verso i fornitori e le strutture accreditate, ad oggi pari a 291 milioni di euro». Una condizione non senza conseguenze, come precisa lo stesso dg nella missiva. A fronte di questa situazione - spiega - le azioni intraprese dai fornitori sono le seguenti: emissione di decreti ingiuntivi per circa 27 milioni di euro (pervenuti nel corso dell’anno), avvio di azioni legali per il recupero del credito, blocco delle forniture, pressanti e continui solleciti e fatturazione degli interessi di mora per circa 1,5 milioni di euro.


Inoltre, Padoan segnala che per evitare il proseguo di azioni legali, l’Usl ha provveduto a riconoscere interessi di mora e spese legali per 317.234,67 euro, preceduti da un altro stanziamento di circa 600.000 euro. «Il Conto Economico risulta poi gravato da ulteriori 3 milioni di euro per fatture relative a interessi di mora già inviate... e sarà ulteriormente peggiorato».


«E’ chiaro che a fronte di tutto ciò lo sforzo che l’Azienda effettua nel cercare di ridurre i costi delle attività per migliorare il Cepa 2010 viene eroso dagli oneri finanziari in incremento, non governabili da questa Direzione per mancanza di pianificazione finanziaria». Per tamponare la «gravissima situazione», dal primo gennaio, ogni mese, l’Usl 12 ha dovuto procedere erogando l’80% della quota spettante alle strutture accreditate, divenuto il 50% ad agosto, per finanziare pagamenti richiesti determinando uno scoperto scaduto verso tali strutture di circa 21 milioni.

«A fronte di quanto indicato - conclude Padoan - si è costretti a chiedere... una sostanziale erogazione (dei crediti ndr) in tempi brevissimi».

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