Abusi sessuali sui bambini, il terribile catalogo dei pedofili: ecco i profili dei 12 arrestati
Viper 2, la maxi-operazione della Polizia Postale contro la pedopornografia online: 12 arresti, 14 denunciati e migliaia di file sequestrati. Indagini sotto copertura smascherano una rete globale di scambio di materiale illecito su minori
Migliaia e migliaia di foto e filmati contenenti abusi e sevizie su minori in tenera età, persino su neonati. Video che provenivano da paesi del mondo poveri e in via di sviluppo ma dove c’è un’alta connettività.
Materiale pedopornografico condiviso e diffuso online su piattaforme di messaggistica che sfuggono alle restrizioni dei social più comuni, visto e rivisto, scambiato e maneggiato dal vicino della porta accanto.
Nell’ambito di un’articolata operazione battezzata “Viper 2”, gli investigatori del centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale del Veneto, hanno arrestato di 12 persone per detenzione di ingente materiale pedopornografico, denunciato altre 14 persone e sequestrato numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file pedopornografici raccapriccianti.
L’operazione è stata condotta dagli investigatori del Cosc coordinati dalla Procura della Repubblica lagunare e dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale, sulla scorta di una precedente operazione che aveva già portato lo scorso anno all’esecuzione di 60 perquisizioni e all’arresto di 28 persone appartenenti a vaste community internazionali di pedofili.
Nel corso dell’indagine, condotta in modalità sotto copertura su una nota piattaforma di messaggistica, sono stati monitorati circa 130 spazi virtuali all’interno dei quali erano presenti utenti pedofili da tutto il mondo che scambiavano migliaia di foto e video di abusi su minori, per lo più in tenera età.
Persino dei neonati. Minori costretti a subire atti osceni e sevizie. Gli utenti esteri presenti nelle chat sono stati segnalati dal Cncpo agli Stati interessati attraverso i canali di cooperazione internazionale di Polizia.
Tutti gli arresti
Per l’esecuzione dei 26 decreti di perquisizione, emessi dalla Procura lagunare, in campo ben 200 agenti della Postale. L’operazione si è estesa anche nelle Province di Lecce, Sassari (1 arresto), Siracusa (1 arresto), Massa, Pisa (2 arresti), Bergamo, Milano (3 arresti), Monza Brianza, Isernia (1 arresto), Caserta, Reggio Calabria, Roma (1 arresto ed 1 denunciato), Alessandria (1 arresto), Cuneo, Novara, Venezia (1 arresto), Vicenza e Treviso (1 arresto). In provincia di Venezia, è stato arrestato un uomo di 47 anni, senza lavoro, residente al confine tra veneziano e padovano che deteneva almeno un migliaio tra video, filmati, foto. E che oggi si trova in carcere in isolamento. Il trevigiano, agli arresti domiciliari, aveva ancora più materiale.
Chi sono gli indagati
L’identikit degli indagati, è presto detta: sono di varie estrazioni sociali e tutti di sesso maschile, hanno un’età compresa tra 22 e 69 anni e hanno lavori di ogni genere, dallo studente al bancario.
Tra di loro c’è anche un uomo che millantava di avere conoscenze tra gli esperti nel campo della protezione dei minori online, circostanza sfruttata come alibi per accumulare materiale pedopornografico e permanere nei gruppi di pedofili.
«Ne abbiamo trovati tanti e speriamo di trovarne altrettanti» ha spiegato la dirigente della polizia Postale del Veneto, Tiziana Pagnozzi «la nostra è una guerra, una sfida quotidiana che affrontiamo e che speriamo di vincere, perché la tecnologia offre al mondo criminale sempre più strumenti e una buona dose di anonimato, specie alcune piattaforme». Un fenomeno in crescita, agevolato proprio dalla tecnologia.
L’arma a disposizione della Postale, sono le competenze degli agenti, tra loro qualcuno si sta persino laureando in ingegneria informatica, e l’enorme lavoro di copertura che richiede una grande forza, anche psicologica, visto il carico emotivo con il quale si confrontano. Agenti addestrati a immedesimarsi nei membri delle comunità di pedofili e riuscire a scovarli nelle pieghe del mondo online e incastrarli.
«L’impegno fisico e psicologico è notevole come l’impatto sugli investigatori stessi». Ben 4. 500 utenti di piattaforme residenti all’estero segnalati alle agenzie e alle organizzazioni di polizia che poi a sua volta indaga. Sono stati effettuati arresti in Bahrein, Brasile e Paraguay. A volte i video sono datati, si scambiano all’origine per denaro, poi vengono diffusi anche gratis. Le vittime sono minori di Paesi poveri ma connessi. Tutti gli uomini della Postale hanno una grande dote – quella di coniugare conoscenza tecnologica a intuito investigativo.
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