Tassa di imbarco, Save: «Se il Comune la introdurrà nel 2026 faremo ricorso»
Il Comune elimina l’imposta dal bilancio 2025 ma ne prevede la reintroduzione l’anno successivo. Save e le compagnie low cost si oppongono e annunciano il ricorso legale
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La tassa di imbarco è sparita dal bilancio di previsione 2025 di Ca’ Farsetti ma, come noto, il Comune è pronto a reintrodurla a partire dal 2026.
La decisione dell’amministrazione comunale, se verrà confermata, è destinata ad aprire una nuova battaglia legale con Save e le compagnie low cost, tra tutte Ryanair, secondo i quali l’introduzione dell’imposta può avere ripercussioni sul traffico aereo al Marco Polo.
Una lettura sempre contrastata dal Comune secondo il quale non può essere un’addizionale di 1,60 euro (era di 2,50 nella prima versione) a modificare le abitudini dei passeggeri e le scelte delle compagnie aeree.
Un braccio di ferro che è destinato a proseguire nei prossimi mesi. Ieri infatti, dopo aver appreso la notizia del rinvio, la società di gestione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, Save, si è limitata a far sapere che «con riferimento alla notizia per cui il Comune di Venezia ha deciso di annullare la richiesta di una tassa di imbarco per il 2025 e intende riproporla per il 2026, Save fa sapere che, qualora questa ipotesi si verificasse, si opporrà nuovamente come già fatto con successo lo scorso anno».
Di nuovo dal Tar e dal Consiglio di Stato bisognerà probabilmente quindi passare, così come era successo dopo la delibera comunale del 23 dicembre del 2022 che introduceva l’imposta di 2,50 euro per i passeggeri in partenza dalla scalo veneziano dal primo aprile dell’anno successivo.
L’imposta era stata introdotta. E Save e compagnie low cost avevano presentato ricorso: il Tar ha dato ragione al Comune mentre il Consiglio di Stato, nel maggio del 2024, ha ribaltato la sentenza ravvisando nell’atto di istituzione del Comune di Venezia una carenza di istruttoria e di motivazioni. E cancellando l’addizionale. Ora la battaglia è rinviata al 2026.
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