«Sheffield esempio per Belluno contro lo spopolamento»
Giornata internazionale della montagna, la ricetta del direttore di Confindustria Ferrazzi per fronteggiare la crisi demografica ed economica
Come contrastare lo spopolamento delle terre alte, che si stanno impoverendo anche a seguito dei cambiamenti climatici. Sono i temi che danno ritmo alla Giornata internazionale della montagna che si celebra oggi, mercoledì 11 dicembre. A BorgoValbelluna in un convegno di Legacoop, Andrea Ferrazzi, direttore di Confindustria, ricorderà che in provincia c’è stata, dal 1994, una perdita di 11.266 residenti (-6,7%). Secondo le proiezioni la provincia passerà dagli attuali 198 mila circa a 192.200 abitanti nel 2031. Le aree che soffriranno di più del calo demografico saranno il Cadore e l’Agordino, con contrazioni pari o superiori al -7,5% nel decennio 2021-2031. Per il Cadore significa perdere ulteriori 2.500 abitanti. Altri dati saranno illustrati, sempre nel pomeriggio, a Roma, nel corso della cerimonia per la Giornata, con il ministro Roberto Calderoli, dal presidente della Provincia, Roberto Padrin.
Intanto Legambiente, illustrando il Rapporto sui ghiacciai delle Alpi ed evidenziando come siano stati trovati in arretramento anche quest’anno, ha sottolineato il rischio che possano scomparire specie importanti quali il camoscio, il gallo forcello, la pernice bianca, perché non trovano più il loro habitat. Ma le analisi non bastano, è urgente trovare dei rimedi. E per garantire sviluppo e nuova residenza, bisogno implementare di nuovo il lavoro, magari quello più professionalizzato. Ecco perché il direttore di Confindustria, Ferrazzi, ha proposto il “modello Sheffield”: dalla Crisi dell’Acciaio alla Rinascita Economica. «Sheffield può essere un esempio anche per Belluno. Dimostra quanto sia fondamentale il progetto Università, cioè l’Alta Formazione ai fini di una maggiore qualificazione del capitale umano. E che, oltre alle aziende, sarebbe importante che questa operazione fosse sostenuta anche dai lavoratori bellunesi e quindi sarebbe importante un cambio di passo anche da parte delle organizzazioni sindacali. Del resto, questa è anche una grande operazione sociale. I numeri ci dicono che le percentuali dei laureati bellunesi è inferiore alle medie nazionali e regionali. Inoltre, solo il 44.9% dei diplomati bellunesi prosegue gli studi. I comuni della aree di confine dovrebbero investire in questo progetto, più che in marciapiedi o in piste ciclabili, perché lo farebbero per le famiglie che vivono lì».
Non solo. Secondo Ferrazzi, le organizzazioni sindacali dovrebbero sostenere questa iniziativa e favorire la partecipazione dei lavoratori, non tanto per una questione economica ma per un concetto di “giustizia contributiva”, ovvero perché tutti i membri di una comunità si sentano partecipi di azioni per il bene comune.
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