La pala, la sonda e l’Artva, qual è il kit di autosoccorso necessario in caso di valanghe
Tra gli strumenti che possono aiutare in caso di grossi distacchi di neve anche l’airbag come quello usato dall’escursionista che si è salvato sul Coglians

Con l’arrivo dell’inverno e l’aumento delle attività all’aperto in quota, la montagna diventa teatro di scenari spettacolari ma anche di potenziali pericoli. Tra questi, proprio le valanghe rappresentano uno dei rischi più gravi per sciatori, escursionisti e alpinisti. «Prima di partire – spiega Aldo Primiero, responsabile del sistema di allerta regionale per la Protezione civile – è fondamentale consultare il bollettino valanghe aggiornato. L’ultimo è uscito venerdì e segnalava il cambio dei venti da oggi (ieri per chi legge, ndr)». Anche nelle giornate precedenti, comunque, si erano registrate correnti in alta quota che avevano contribuito alla concentrazione del manto bianco.
Un rischio 3 su 5 nella previsione richiede già estrema attenzione tanto che, chi ha poca esperienza, dovrebbe evitare gite in zone a rischio. In ogni caso, «ogni escursionista – prosegue l’esperto – dovrebbe portare con sé il kit di autosoccorso: Artva, pala e sonda. Questi tre strumenti, usati correttamente, possono fare la differenza».
L’Artva (acronomico di Apparecchio di ricerca dei travolti in valanga) deve essere indossato sempre sotto gli strati esterni per evitare che venga strappato via. La pala, invece, è necessaria per poter scavare la neve, liberando una persona travolta, mentre la sonda è un’asta che permette di individuare il coinvolto sotto lo strato nevoso.
«Queste sono tecniche che chi fa escursioni dovrebbe saper usare». E in questo senso, importanti sono i corsi che periodicamente vengono organizzati dalle varie sezioni del Club alpino italiano (Cai), con approfondimenti sia teorici ma soprattutto pratici, andando sui sentieri e sulle aree montane. Appuntamenti che seguono difficoltà diverse e crescenti a seconda dei diversi sci alpinisti. «Durante la gita – osserva ancora Primiero – è importante fare un’attenta valutazione del percorso, tenendo presente che il rialzo termico aumenta il rischio dello scioglimento della neve».
Ulteriore elemento da tenere in considerazione è quello legato ai depositi di neve, provocati dai venti: «In base a dove si formano – sottolinea il dirigente della Protezione civile – bisogna evitare quelle zone, perché possono essere instabili. Il distacco della neve, inoltre, avviene generalmente nelle ore più calde ma dipende anche dall’ombreggiatura che c’è».
Tra gli strumenti che possono aiutare in caso di valanghe, anche l’airbag come quello usato dall’escursionista travolto sul Coglians: «Ha un certo costo, ma è utile perché permette il galleggiamento sulla neve, contribuendo per la persona di essere soccorsa più facilmente».
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