«Gentilini lontano dal potere e vicino alla sua gente»: tutte le reazioni alla morte dell’ex sindaco

Da Zaia a Conte, da Caner a Marcon il ricordo dello storico sindaco sceriffo di Treviso morto a 95 anni. Pozza: «Uomo rispettoso, appassionato, capace di trasmettere alla città il suo spirito, i valori istituzionali, rendendola unica»

Gentilini in trionfo con Luca Zaia e Paolo Nani dopo la rielezione a sindaco nel 1998
Gentilini in trionfo con Luca Zaia e Paolo Nani dopo la rielezione a sindaco nel 1998

Vasto cordoglio per la morte di Giancarlo Gentilini, avvenuta il 24 aprile 2025 all’età di 95 anni. Ecco alcune tra le reazioni più significative.

«È passato alla storia con il soprannome di ‘sceriffo’ ma, nel suo caso, il termine era molto riduttivo. È stato un uomo delle istituzioni prima ancora che un politico, un grande amministratore pubblico che negli anni della fine della prima repubblica ha saputo cogliere e intercettare i sentimenti della gente, di quello che chiamava “il mio popolo”, e grazie a questa dote come pochi altri ha saputo dare una risposta di buon governo a una città e diventare un modello per generazioni di sindaci in tante parti d’Italia. 

«Tra i primi sindaci eletti direttamente, ha dato un’interpretazione di questo ruolo il più possibile vicino ai cittadini. Ha fatto la storia di Treviso e il Veneto ha avuto in lui una bandiera. Uomo di carattere, ha cambiato il corso della storia, non solo perché ha dimostrato che la Lega era un partito che poteva amministrare e farlo bene ma anche perché ha mutato l’approccio della pubblica amministrazione»: così il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, nel ricordo di Giancarlo Gentilini, storico primo cittadino di Treviso.

E ancora: «Gentilini ha sdoganato l’immagine della Lega nella pubblica amministrazione in anni in cui era tutt’altro che facile; da quando con la sua candidatura è stato espugnato il comune di Treviso è stato l’inizio di una galoppata – aggiunge Zaia -. Lo ho conosciuto proprio in quei giorni, nel 1993, ed è nata un’esperienza comune. Negli anni che hanno visto lui primo cittadino di Treviso e me al vertice della provincia fino al 2005, si è cementata una fortissima intesa. Abbiamo condiviso una grande passione civile, l’impegno e l’ansia del cambiamento, la visione di un Veneto portato fuori dalle secche in cui lo aveva relegato la vecchia politica dei palazzi. Ha reso quegli anni indimenticabili; mi mancherà e, sono certo, mancherà a tanti». 

«Credeva nei trevigiani e nei veneti – conclude il Governatore - e anche ora che era lontano dalle stanze della politica, all’occasione non faceva mai mancare i suoi interventi e i suoi richiami, sempre attento e puntuale. Non posso dimenticare una delle sue ultime uscite, l’invito a rimanere e combattere che mi ha rivolto dalla stampa, insistendo che votare il presidente della Regione anche per un terzo mandato era una forma di rispetto dovuta ai cittadini. Ci sentivamo spesso e immancabilmente il 3 agosto per il suo compleanno. Ad ogni telefonata la voce è rimasta squillante e stentorea ed i suoi pensieri indirizzati al bene della città. Ora che è mancato non sarà più la stessa cosa».

«Il nostro Leone è andato avanti – commenta il sindaco Mario Conte – negli ultimi giorni, purtroppo, le sue condizioni erano peggiorate a causa di alcuni acciacchi dovuti all’età. Perdiamo un grande uomo, un riferimento importantissimo per valori e capacità. Gentilini ha onorato il suo impegno dall’inizio alla fine, cercando di essere sempre presente nella vita amministrativa della Città con i suoi consigli e le sue segnalazioni anche dopo aver concluso il mandato amministrativo. Gli va riconosciuto, fra gli altri, il merito di aver cambiato il ruolo del sindaco in Italia, portandolo fuori dal palazzo e in mezzo alla gente. Ha scritto la storia, con il pragmatismo che è il marchio di fabbrica degli Alpini. Ci porteremo dentro il suo grande insegnamento, pronunciato nell’ultima seduta da consigliere comunale: “Dovete amare Treviso come l’ho amata io”. Questo era Giancarlo Gentilini: passione, energia, concretezza. Mi mancherà tanto. Ci mancherà tanto».

«E’ mancato un amico e una persona straordinaria – dice il sindaco di Villorba Francesco Soligo – a nome dell’intera comunità di Villorba esprimo il cordoglio e le condoglianze alla famiglia. Giancarlo Gentilini è stato un grande uomo, un politico di alto livello, concreto e pragmatico, un simbolo di chi la politica la considera amore per i cittadini e il territorio. Ci siamo incontrati l’ultima volta un paio di mesi fa, in occasione del premio Sesto In Sylvis alla Barchessa di Villa Giovannina. Era stato cordiale come suo solito, avevamo scherzato e parlato con grande franchezza e simpatia. Sono senza parole, addolorato per una perdita così grande».

«Esprimo massimo cordoglio e condoglianze da parte mia, del Consiglio Provinciale e sono certo di tutti i cittadini e le cittadine della Provincia di Treviso per la scomparsa di Giancarlo Gentilini. Un uomo, un amministratore, un sindaco, una figura che ha segnato la storia di come si fa Amministrazione Pubblica in Italia – le parole di Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso – una voce sempre forte e decisa, la stessa che avevo sentito proprio poco tempo fa al Teatro Accademico. Sia nel partito che nelle arene pubbliche, si è sempre esposto in modo diretto e senza compromessi, pensando sempre al bene ultimo dei suoi cittadini. Una figura così forte mancherà tantissimo. Ciao Genty». 

«Hai scelto di andare avanti proprio ora, caro Sceriffo, e noi non siamo affatto pronti a una perdita di questa portata. Non so nemmeno da dove cominciare per dire cosa sei stato per me. Mi hai insegnato cosa significa amministrare con coraggio e vivere la politica con passione. Ma prima ancora di tutto questo, sei stato un punto di riferimento sul piano umano per tutti noi giovani: sei stato un amico, una guida, una presenza costante. Con un sorriso, una battuta o una parola tagliente al momento giusto, sapevi sempre trasmettere saggezza. Resta a me, a tutti noi, il tuo Vangelo, fatto di ordine, disciplina, rispetto delle regole, cardini della nostra azione amministrativa»: così l’assessore regionale Federico Caner.

«Per noi giovani che ci affacciavamo alla vita pubblica eri un esempio vero. E lo sei rimasto, anno dopo anno. Tra i tanti insegnamenti che mi hai lasciato, ce n’è uno che porto nel cuore più di tutti: ‘Le cose si fanno bene, perché vanno fatte’. Senza calcoli, senza tornaconti. Per te la politica era servizio, puro e semplice. Servizio alla tua città, alla tua gente, a Treviso. Da trevigiano, da amico, e da giovane che ha avuto il privilegio di starti accanto, posso solo dirti ‘grazie di tutto, Sceriffo. Ora mancherai terribilmente. Il tuo Canerino».

Commosso il saluto di Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio Treviso e Belluno: «Un grande Sindaco, che ha saputo rendere grande e conosciuta Treviso, incarnando con orgoglio i valori autentici della trevigianità. Un uomo rispettoso, appassionato, capace di trasmettere alla città il suo spirito, i valori istituzionali, rendendola unica. Un fiero Alpino di cui è sempre stato esempio. Portava avanti gli insegnamenti di cui andava così orgoglioso. Durante le mie missioni istituzionali in Italia, capita spesso che mi venga chiesto se sia vero ciò che si racconta di lui, se sia vero che ha fatto tanto per Treviso. E ogni volta è stata una gioia rispondere: sì, è tutto vero. È vero il suo impegno, la sua dedizione, la sua forza d’animo. È vera la sua volontà instancabile di lavorare per la sua amata città. Ha fatto scuola. E continuerà a farlo. Lo dicono i tanti sindaci dei nostri Comuni, che ancora oggi si ispirano ai suoi insegnamenti per interpretare con responsabilità e passione il loro ruolo».

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