Quattro indagati per la morte di Daniel Tafa, l’operaio di 22 anni trafitto da una scheggia alla schiena

Il fascicolo arrivato in Procura a Pordenone: l’accusa è omicidio colposo. L’attrezzatura è stata posta sotto sequestro e disposta l’autopsia per il 1 aprile

Giulia Soligon
Lo stabilimento della Stm a Maniago e, a destra, il 22enne Daniel Tafa
Lo stabilimento della Stm a Maniago e, a destra, il 22enne Daniel Tafa

Ci sono quattro persone indagate per la morte di Daniel Tafa, il giovane operaio di 22 anni trafitto da una scheggia incandescente in un incidente sul lavoro avvenuto ieri notte in un'azienda di Maniago. È arrivato in mattinata in Procura a Pordenone del fascicolo, redatto dai carabinieri e dagli ispettori dell'Azienda sanitaria: sulla scorta dei rilievi effettuati in fabbrica - l'attrezzatura è stata posta sotto sequestro - sono stati firmati gli avvisi di garanzia nei confronti delle figure che hanno responsabilità nella catena della sicurezza sul lavoro all'interno del sito produttivo. L’accusa è omicidio colposo. 

Chi sono gli indagati

Nel dettaglio, oltre al proprietario dell'azienda, imprenditore torinese, sono indagati il delegato interno alla sicurezza, residente a Maniago, il perito delle macchine dell’azienda, un professionista di Concordia Sagittaria, e il tecnico che ha verificato la macchina specifica su cui è avvenuto l’incidente, professionista di Vicenza. La famiglia della vittima, per il tramite dell'avvocato Fabiano Filippin, ha invece nominato il dottor Antonello Cirnelli come perito di parte per l'autopsia e gli altri accertamenti medico-legali.

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A sinistra la Stm di Maniago, a destra Daniel Tafa, morto a 22 anni

Le indagini

Le indagini sono state affidate al pm Andrea Del Missier, incaricato di disporre gli accertamenti necessari per ricostruire la dinamica di quanto accaduto e appurare se l’evento tragico poteva essere evitato.

Tra gli aspetti da chiarire c’è quello delle misure di sicurezza, se sono state seguite in modo corretto in rapporto alla mansione svolta e se l’operaio fosse da solo o meno al momento dell’infortunio. Sequestrato il macchinario davanti a cui si trovava la vittima. Il turno della mattina è rimasto sospeso in segno di lutto e per permettere lo svolgimento dei rilievi. Al fine di poter chiarire la dinamica sarà anche importante ricostruire il motivo della rottura dello stampo.

Se all’origine dello scoppio ci sia un malfunzionamento del macchinario o altre cause. Tanti punti che ora finiranno sotto la lente degli investigatori. «Attendiamo le determinazioni del magistrato. La famiglia è affranta, ringrazia tutti, istituzioni comprese, per l’enorme affetto ricevuto, ma per il momento chiede un po’ di comprensibile riservatezza» ha dichiarato l’avvocato Fabiano Filippin, a cui si è affidata la famiglia Tafa.

L’autopsia

Fissata anche per il 1 aprile la data dell’autopsia che chiarirà ulteriormente la dinamica della morte del ragazzo. Successivamente verrà disposta anche una perizia tecnica per verificare l’adeguatezza del macchinario che, come ricordato, è stato posto sotto sequestro.

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L’infortunio

Il giovane operaio aveva iniziato il turno lunedì 24 marzo alle 19, quando il padre aveva appena staccato. All’una e venti di notte si trovava nell’impianto degli ingranaggi, quando, a causa della rottura dello stampo, è stato colpito alla schiena da una scheggia di acciaio di circa 15 centimetri. 

Inutili i suoi tentativi di proteggersi, investito dalla lama metallica, è crollato a terra, trafitto al polmone. A prestargli il primo intervento è stata la squadra di primo soccorso interna all’azienda, che nel frattempo ha anche richiesto l’arrivo del personale sanitario. Sul posto è arrivata l’equipe di ambulanza e automedica. Inviato anche l’elicottero sanitario, decollato dalla base di Campoformido. All’arrivo dei soccorsi il ventiduenne si trovava già in stato di incoscienza. Il personale dell’automedica ha iniziato a praticare le manovre salvavita di rianimazione cardiopolmonare. L’equipaggio dell’elisoccorso, una volta atterrato in via Monfalcone a Maniago, in prossimità dell’azienda, ha collaborato con gli operatori già presenti.

A fornire supporto all’assistenza sanitaria anche il personale dei vigili del fuoco, intervenuto con una squadra dal distaccamento di Maniago. A nulla sono valsi tutti i tentativi messi in campo dai medici e dagli infermieri. Gravissime le lesioni riportate, soprattutto una al dorso. Ai medici non è rimasto altro da fare che decretare il decesso.

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Lo stabilimento della Stm a Maniago e, a destra, il 22enne Daniel Tafa

Lutto cittadino

Il Comune di Vajont deciderà inoltre nelle prossime ore come procedere per commemorare la morte di Daniel. Era già stata convocata una seduta di Consiglio comunale per questa sera, con l'occasione sarà discussa anche la proclamazione del lutto cittadino nella giornata delle esequie del ragazzo, che lascia i genitori e due fratelli di 17 e 12 anni.

 

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