“I lavori forzati nel Terzo Reich” in edicola con i nostri giornali per la Giornata della Memoria
Un volume che approfondisce la drammatica storia degli Internati Militari Italiani, deportati e sfruttati come lavoratori forzati dal regime nazista. Disponibile in edicola con i nostri giornali a partire dal 25 gennaio
"Il lavoro forzato nel Terzo Reich”, di Silvia Pascale e Orlando Materassi in edicola con il nostro quotidiano a partire da giovedì 25 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria 2024.
Tra le numerose vittime della Seconda guerra mondiale è doveroso ricordare tutti quei soldati italiani che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, scelsero di non combattere più al fianco dei nazisti e pagarono a caro prezzo la propria decisione.
Questi uomini diventarono infatti dei pezzi di ricambio per la grande macchina del Reich: in 650.000 furono deportati nei lager tra Germania e Polonia e impiegati come lavoratori forzati nelle industrie che rifornivano l’economia bellica tedesca; le loro condizioni di prigionia e lavoro furono ovviamente drammatiche e usuranti tra freddo, fame, malattie e violenze: oltre 50.000 persero la vita.
È una pagina della nostra Storia troppo spesso trascurata dalla narrazione principale, per questo gli autori Silvia Pascale e Orlando Materassi, già stretti collaboratori dell’ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati nei lager nazisti), hanno deciso di approfondirla.
Un volume per non dimenticare
Inizialmente attraverso un excursus storico e poi con la testimonianza diretta di un Internato Militare Italiano sopravvissuto, Elio Materassi, gli autori descrivono le istituzioni preposte alla gestione dei lavoratori forzati ed elencano le principali tra le oltre duemila aziende tedesche (di cui molte tuttora note) che beneficiarono di tale manovalanza schiavizzata senza remore.
Vengono analizzati i diversi ambiti in cui gli ex soldati venivano sfruttati fino alla morte e gli scritti del soldato Elio in particolare riguardano gli IMI destinati come lui prima al lavoro nei campi in Polonia, ad Hammerstein (ora Czarne), e poi al cantiere per la costruzione del bunker “Valentin” a Bremen-Farge in Germania.
Ci parla di una situazione al limite della sopravvivenza, progressivamente sempre più tragica di pari passo con l’avanzamento della guerra, in cui i soldati perdevano letteralmente il loro status di esseri umani per venire impiegati nel lavoro coatto fino allo stremo delle proprie forze.
Il volume è un apporto essenziale alla comprensione un lato ancora parzialmente sconosciuto della Storia mondiale e nazionale. L’obiettivo degli autori è portarlo alla luce per sottoporlo alla riflessione collettiva, così da contribuire alla costruzione di un futuro basato sulla giustizia e sul rispetto dei diritti umani.
La sinossi del volume
Tra le vittime della ferocia nazifascista vanno ricordati i soldati italiani che dopo l’8 settembre 1943 hanno subito la deportazione, la prigionia e in molti casi la morte mentre venivano destinati a svolgere lavoro coatto per l’economia bellica tedesca.
I prigionieri di guerra presi in Italia, in Francia, nella ex Jugoslavia e in Grecia furono oltre un milione, concentrati prima in campi provvisori e poi trasferiti lentamente verso i lager in Germania, in Austria e in Polonia.
Lì venivano schedati e fotografati, veniva assegnato loro un numero e da quel momento perdevano la propria identità di esseri umani per trasformarsi in meri pezzi di ricambio per aziende e fabbriche. Negli anni del nazismo più di 2.000 imprese tedesche hanno beneficiato del lavoro forzato, nessuna città faceva eccezione, con buona parte della manodopera costretta attraverso minacce e ricatti.
Oltre 650.000 Internati Militari Italiani furono deportati per diventare schiavi di Hitler e oltre 50.000 morirono di fame, freddo e violenze, sfruttati come lavoratori forzati.
Scheda libraria
- Numero pagine: 128
- Formato: 14 x 21 cm
- Prezzo (in abbinata): 7.90 €
- In edicola da: 25 gennaio 2024
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