«La bidea rabbiosa», melodie reggae per la canzone sull’arroganza di Perissinotto e Skardy
Due ex bidelli insieme nello studio Bonz di Musile di Piave. Un pezzo ritmato e in veneto sulle figure di potere vuote e meschine. La clip sul nostro sito in anteprima sabato otto marzo
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Pablo Perissinotto e Sir Oliver Skardy: la strana coppia. Il primo, trevigiano, esponente del cantautorato sociale, invitato da papa Francesco in Vaticano e apprezzato dal presidente Mattarella. Il secondo, veneziano, icona reggae degli anni Novanta, già leader dei Pitura Freska, che cantava “Papa nero” e “Oi ndemo veder i Pin Floi”.
Due universi paralleli che hanno condiviso però i cieli della galassia scolastica, avendo incrociato entrambi gli artisti, nella loro vita, la professione di bidello. Per questo quando Perissinotto ha scritto il suo nuovo singolo “La bidea rabbiosa”, ha pensato subito ad un featuring di Skardy e a quel suo “Mondo bueo, fasso el bideo”, che avrebbe colorato di ironia e melodie orecchiabili un testo fondato sulla comune esperienza. Il brano è uscito oggi nelle piattaforme online, distribuito da “02digitale – Ossigeno per la tua musica”.
Abbiamo incontrato i suoi autori nello studio di registrazione Bonz a Musile di Piave. «Il pezzo descrive con sarcasmo quel personaggio emblematico presente in tutte le scuole», racconta Perissinotto, «che si configura come la bidella esperta e saccente, sleale, prevaricatrice e bullizzante nei confronti dei colleghi.
E chi meglio del “Grande bidello”, per citare uno storico album di Skardy, avrebbe potuto aiutarmi a consacrare questa mia teoria? Lo conobbi da direttore artistico di vari suoi concerti in passato, e gli ho fatto avere il demo tramite il suo manager, Luciano Trevisan. Skardy ha trovato subito una grande sintonia con il mio modo di vedere il paradosso insito nello scontro tra un ambiente educativo e sereno, come dovrebbe essere la scuola, e una bidella che cerca la rivalsa e il riscatto sociale con la tipica arroganza di chi vuole comandare, a dispetto di tutti gli insegnamenti di educazione e umiltà, caratterizzanti l’ambiente frequentato da bambini e ragazzi, che sono il nostro futuro».
El semo del villaggio/fenomeno in aumento/problema xe che a volte i finise in Parlamento-o-o-o/ recita il primo verso di “La bidea rabbiosa”, rigorosamente cantata in dialetto, che diventa metafora di tutte le figure di potere sorrette da una personalità meschina e vuota.
«Nelle parole che ho scritto per questa canzone ho messo la mia esperienza in una delle professioni più sfruttate, come l’operatore scolastico», racconta Skardy, «evidentemente sia io che Perissinotto abbiamo sentito gli stessi rompimenti di scatole, perché nel pubblico come nel privato ci sono persone tranquille con cui puoi collaborare e ci sono persone insopportabili, ed è questo, secondo me, che rovina il mondo del lavoro». “La bidea rabbiosa” è un pezzo reggae, nel senso più puro del genere, oggi quasi demodé, che esce, non a caso, a ridosso della chiusura del festival di Sanremo.
«La nostra è un’alternativa autentica ad un mondo musicale popolato dai fenomeni di internet», continua l’ex leader dei Pitura Freska, «ciò che sa fare un bravo musicista oggi non serve, l’importante è che attiri milioni di follower e scateni like, da questo dipende la definizione di un artista e mi sembra fantascienza, perché della creatività umana non è rimasto quasi nulla. Inoltre sono fortemente contrario alla competizione, il percorso dei musicisti dovrebbe essere diverso da quello dello sport e purtroppo, da sempre in Italia, sporticizziamo tutto, l’aspetto competitivo è quello che ho sofferto di più quando partecipai a Sanremo con i Pitura Freska e “Papa nero” alla fine degli anni Novanta.
Fino al secolo scorso la musica accomunava le persone, le radunava, oggi tutti sentono le canzoni con il telefono da soli, difficilmente si ascolta un disco in compagnia, alle feste si mette la playlist come sottofondo. La musica non è più vissuta come la vivevamo noi, come un aggregatore sociale».
Messaggi scomodi, dialetto veneto, sonorità poco intercettabili nel panorama odierno, “La bidea rabbiosa” è quasi un atto di resistenza, un richiamo ai tempi che furono, un gioiello non classificabile in un genere da anni fuori classifica, ma con un chiaro monito: «Mentre lavorate state tranquilli», chiude Skardy, «datevi una calmata, che il mondo gira lo stesso».
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