Educazione sentimentale a scuola, Crepet: «Proposta imbarazzante»

E sull’investitura di Valditara come coordinatore del tavolo anti bullismo, lo psichiatra precisa: «Non ne sapevo nulla»

Laura Berlinghieri
Lo psichiatra Paolo Crepet
Lo psichiatra Paolo Crepet

Quantomeno, verrebbe da dire che il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha fatto il passo più lungo della gamba.

Un tavolo sul bullismo, coordinato da Paolo Crepet? Il diretto interessato si sfila: «Non ne sapevo niente». E, riguardo all’ipotesi dell’insegnamento dell’educazione sentimentale nelle scuole, è tranciante: «Una proposta imbarazzante».

Eppure, era stato proprio il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, a Mestre nel giorno dell’anniversario del femminicidio di Giulia Cecchettin, ad annunciare l’attivazione di un tavolo ad hoc, coordinato dallo psichiatra e sociologo Crepet.

«C’è questa idea di creare dei laboratori contro il bullismo e posso anticipare che sarà nominato a presiedere questo tavolo il professor Crepet, con alcuni esperti di eccellenza» aveva anticipato Valditara ai giornalisti. Annunciato poi l’intenzione di accogliere la proposta di Gino Cecchettin, papà di Giulia, a proposito dell’inserimento di un’ora settimanale di educazione sentimentale nei programmi scolastici: «Le linee guida sono già state approvate e inviate alle scuole, che adesso dovranno realizzare concretamente questa educazione al rispetto, in particolare nei confronti delle donne».

Il ministro Giuseppe Valditara
Il ministro Giuseppe Valditara

Peccato che il diretto interessato, appunto, non ne sapesse nulla: «L’investitura l’ho appresa a cose fatte e sono anche un po’ in imbarazzo» la replica di Crepet, «Ho chiamato il ministro per ringraziarlo, ma prima di valutare la proposta vorrei capire in cosa consisterebbe questo tavolo: qual è il lavoro da fare, chi sono i componenti, in che tempi.

Certo non posso anticipare il lavoro che farò a capo di una commissione che, ad oggi, nemmeno esiste. Sono un professionista e sono una persona libera, che non è legata a nessun partito. Ma ho un senso dello Stato e quindi, se un Ministero mi chiede una mano, io rispondo. Però voglio chiarezza. Capisco che la politica ha bisogno di buttare legna sul fuoco, ma io non sono un ciocco».

Quindi, professor Crepet, il ministro non l’aveva avvisata di questo annuncio?

«No. In materia di bullismo, in passato avevo proposto la creazione di una commissione che valutasse le azioni degli altri Paesi europei, riguardo a questo tema. Un’assise di esperti, per fare un ragionamento comune».

E riguardo al tavolo di cui ha parlato il ministro Valditara?

«L’ho chiamato per ringraziarlo del pensiero. Ma sono anche un po’ in imbarazzo. Io sono un professionista e, prima di valutare una proposta di questo genere, devo capirla. Ad esempio, se il progetto di Valditara comprendesse l’insegnamento dell’educazione sentimentale, direi assolutamente di no».

Perché?
«Il ministro ne ha parlato per la prima volta un anno fa e non è un caso se, ad oggi, non se ne è ancora fatto niente. È pura demagogia – non da parte di Valditara, sia chiaro. Il problema della violenza, che è enorme, certo non si risolve imponendo agli studenti un’ora di rientro pomeridiano, e lo stesso vale per il bullismo. E poi mi chiedo: chi terrebbe queste fantomatiche lezioni di educazione sentimentale? Un prete? Il primo psicologo che passa?».

E riguardo al bullismo?

«È un grande tema da affrontare. Serve un cambiamento della giustizia minorile, ma questo non compete al Miur. Si potrebbe parlare di pene alternative per i minori che compiono reati, ma, appunto, la competenza è del ministro della Giustizia. E quindi noi di cosa ci dovremmo occupare?».

Ma secondo lei la scuola come si sta comportando?

«La scuola ora fa poco e pretende di lavarsi la coscienza con un rientro pomeridiano settimanale per parlare di buoni sentimenti. Non è così che funziona. Le regole del rispetto vanno, prima di tutto, praticate».

Come?

«Dando peso alla valutazione in condotta. Non consentendo ai ragazzi di andare a scuola vestiti in qualunque modo. Punendo gli studenti che vandalizzano le aule, obbligandoli a rimanere a scuola il pomeriggio, per pulire e mettere in ordine».

Materia per una commissione...

«Ripeto: prima voglio capire il significato di questa proposta».

E una commissione non potrebbe occuparsi pure di educazione sentimentale?

«Ma la scuola è già sentimentale di per sé. Da che mondo e mondo, gli amori nascono anche tra i banchi delle aule, nelle classi, durante l’intervallo. È proprio l’idea di un’ora settimanale di educazione sentimentale a essere imbarazzante. E io, l’ho sempre detto, sono profondamente contrario».

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