La detenzione dell’anatra protetta inguaia Donald Trump Jr.
Il figlio del presidente Usa nel video mostra l’esemplare di “casarca”. I carabinieri del gruppo forestale di Mestre hanno informato la Procura
«Questa è un’anatra piuttosto rara per la zona. Non sono nemmeno sicuro di come si dica in inglese, ma è un colpo incredibile», dice Donald Trump Jr. a favore di telecamera, accarezzando un esemplare di casarca che, con buone probabilità, lui o uno dei suoi amici hanno appena abbattuto.
La rara anatra dal piumaggio arancione, specie protetta dalla direttiva europea “Uccelli”, sta mettendo nei guai il figlio primogenito del presidente degli Stati Uniti.
La battuta di caccia nella laguna veneta a Valle Pierimpiè cui ha partecipato lo scorso dicembre con sei amici è diventato un caso internazionale.
Informata la Procura
I carabinieri del gruppo forestale di Mestre hanno informato la Procura e c’è un aspetto che, in queste ore, stanno valutando. A partire proprio dalle immagini che vedono Trump Jr. accarezzare il volatile morto.
Mercoledì 5 febbraio il portavoce Andy Surabian ha spiegato che Trump Jr. è pronto a collaborare alle indagini ma «non è chiaro se questa singola anatra sia stata uccisa involontariamente da qualcuno del gruppo di caccia di Don, da un altro gruppo di cacciatori o sia sta uccisa in modo diverso e recuperata dal cane da caccia del gruppo». E riuscire a individuare chi abbia sparato - il «colpo incredibile» di cui parla Trump Jr. potrebbe essere anche quello di un amico - sarà difficile.
Cosa prevede la legge
Ma la legge in materia di specie protetta punisce con l’arresto da due a otto mesi o con l’ammenda non solo chi abbatte o cattura esemplari protetti, ma anche chi li detiene. Ed è proprio questa l’accusa che potrebbe essere mossa nei confronti di Trump Jr. L’abbattimento della casarca a Valle Pierimpiè, lungo la Romea a Campagna Lupia, è l’aspetto principale della vicenda, ma resta da chiarire anche tutta la partita dei permessi sui quali potrebbe essere inciampata anche la Regione Veneto.
L’assessore veneto alla Caccia Cristiano Corazzari ha spiegato per filo e per segno il percorso che ha portato al rilascio del permesso alla caccia per Trump Jr e i suoi compagni di viaggio.
Zaia: permessi regolari
E sulla vicenda il 6 febbraio è intervenuto anche il presidente della Regione, Luca Zaia, dicendo che «gli uffici tecnici e l’assessorato competente hanno verificato e i permessi di caccia erano regolari. La Polizia venatoria è stata comunque attivata dalla Regione per avviare ulteriori verifiche. In ogni caso la legge è uguale per tutti».
Ma il consigliere regionale di Europa Verde, Andrea Zanoni, che ha sollevato il caso e ha denunciato Trump Jr ai carabinieri, resta convinto che nel percorso per il rilascio delle autorizzazioni ci sia una falla. «Chi viene dotato di un tesserino per la caccia deve essere informato delle specie che può e non può cacciare - sostiene Zanoni - ed è chiaro che questo passaggio fondamentale non c’è stato. Inoltre solo la Regione Emilia-Romagna ha aperto, con una specifica legge, alla possibilità di ospitare cacciatori stranieri. Il Veneto non l’ha fatto e quei permessi di caccia non li poteva rilasciare».
Anche sul percorso delle autorizzazioni sono in corso le verifiche dei carabinieri forestali. La famiglia Martini, titolare della concessione di Valle Pierimpiè, rischia la sospensione della licenza di caccia.
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