I volti delle botteghe di Mestre diventano un docufilm: «Siamo presìdi di socialità e cultura»

Un lavoro di Giorgio Bombieri, Bibi Bozzato e Michele Casarin descrive il ruolo dei negozi storici e delle nuove attività. La Mestre del passato la racconta con sapienza lo storico Sergio Barizza

Mitia Chiarin

Le voci delle botteghe storiche di Mestre, da piazza Ferretto fino a via Piave, diventano un docufilm. Per spiegare che il commercio di vicinato non è solo un business personale ma che questi sono luoghi di integrazione, socialità, cultura cittadina. Pare una considerazione scontata ma con l’avvento del commercio elettronico e la chiusura di tanti negozi, occorre ribadire quanto il ruolo del commercio di qualità, sia rilevante per una città vivibile.

Il docufilm “Racconti di bottega, Storie di città” viene presentato giovedì 6 marzo alle ore 18, presso l’auditorium Cesare De Michelis all’M9.

Lo hanno realizzato Giorgio Bombieri, Bibi Bozzato e Michele Casarin, terzetto molto noto in città. Bibi Bozzato e Giorgio Bombieri da tempo collaborano assieme. Il primo si occupa di cinema e video dagli anni ’90; il secondo è un apprezzatissimo fotografo. Hanno già realizzato un bellissimo docufilm sulla scena Jazz a Mestre. Si aggiunge Michele Casarin, presidente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, direttore della Fondazione Bevilacqua La Masa e direttore del Settore Cultura del Comune di Venezia, che ha prodotto libri e progetti sulla storia urbana e sociale sull’area veneziana.

Nel docufilm, che abbiamo visto in anteprima, si mescolano dieci interviste a commercianti della città. La Mestre del passato la racconta con sapienza lo storico Sergio Barizza. E scopriamo che dopo l’Unità d’Italia a Mestre si contavano ben 120 osterie e qui si arrivava da tutte le province venete perché si trovavano prodotti che altrove non c’erano.

Le voci dei commercianti non solo ricordano la piazza e via Piave piene di gente, ma rivendicano nell’oggi un ruolo di legante tra città e cittadini. Fatto di cultura, studio, ricerca. Le voci sono quelle della drogheria Caberlotto con Lorenzo Michielan; la bottega degli orologi di Michele Zanella che apre la porta ad un mondo di “Cu cù” e lancette. L’arte dell’ospitalità di Maurizio dell’Osteria da Gino. E poi l’eleganza di Gabriella nella coltelleria Craighero di via Piave. La passione per l’ardesia ha portato Pietro ad aprire Venezia Pipa Club con clienti che arrivano oggi da mezzo mondo. L’arte del cucito di Franca di “Cucinfretta”, nonostante la città sia cambiata, si tiene stretta i clienti «che non mancano mai» e le dipendenti.

Racconti di bottega: il trailer del docufilm che racconta la Mestre del commercio

La città sicura la vuole anche Ameen di Gerusalemme Pizza e Kebab, il primo a portare il panino arabo sulla piazza mestrina. E poi ci sono le storie di Mario della “Casa del Disco” e di “Marte”, geometra folgorato dai Beatles e che nel negozio dietro la piazza portò la radio, ai tempi in cui erano libere veramente. Di strumenti musicali si occupa Franco Biadene di Effebi Service e se oggi il negozio è «la sala prove di Amazon» anche lui vende online.

Loris della Barberia Baldan di piazzetta San Francesco ha aperto le porte pure a Joe Tacopina, creando una amicizia tra un taglio di capelli e una lezione di boxe nella sua palestra. «Abbiamo raccontato Mestre e il mondo del commercio senza eccessi di nostalgia, per evidenziare l’importanza delle botteghe per la vita sociale della città», spiega Michele Casarin.

Di sociologia urbana è intriso il docufilm.E le botteghe che resistono sono un esempio concreto di come stare al passo con i tempi che cambiano. Puntando su qualità e cultura.

La colonna sonora è pensata per Mestre da Paolo De Gaspari, compositore e docente tra Londra e Birmingham. La voce narrante è dello scrittore e regista Giancarlo Marinelli.

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