Pm, Pazzali può usare gli hacker per notizie sull'indagine

(ANSA) - MILANO, 16 MAR - C'è il "concreto pericolo" che Enrico Pazzali, presidente autosospesosi di Fondazione Fiera Milano e titolare di Equalize, agenzia investigativa al centro dell'inchiesta sulle cyber-spie, indagato e "a piede libero" possa "acquisire informazioni segrete relative alle indagini a proprio carico", entrando in chat e mail degli investigatori "sulle quali scorrono" dati ed elementi dell'inchiesta. E ciò grazie ai "servizi illeciti offerti" da Gabriele Pegoraro, anche lui indagato e "a piede libero", o da altri hacker. Lo scrivono i pm di Milano che per Pazzali insistono al Riesame per i domiciliari, dopo il no del gip alla misura. Oltre ad aver saputo, prima che scoppiasse lo scandalo, dell'esistenza dell'indagine nei suoi confronti grazie, secondo i pm, alla sue rete di rapporti ad alti livelli istituzionali, Pazzali sarebbe stato anche "a conoscenza delle sommarie informazioni", ossia di testimonianze che venivano acquisite nell'inchiesta con al centro Equalize e le presunte cyber-spie. L'elemento emerge da uno dei verbali di interrogatorio dell'ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto il 9 marzo mentre era ai domiciliari dal 25 ottobre. Secondo Gallo, Pazzali "mi diceva 'guarda che ho saputo', sempre da questo della - omissis - o credo dal diretto interessato, che avevano interrogato questo - omissis". I verbali contengono tantissimi nomi ancora oscurati. (ANSA).
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia