L'Altare della Confessione, seconda tappa per Francesco

La salma sotto il capolavoro di Bernini, simbolo di cristianità

(ANSA) - ROMA, 23 APR - L'ultimo saluto dei fedeli che accorrono in centinaia di migliaia a San Pietro per omaggiare Francesco avviene nel tempio del primo papa-apostolo in uno spazio centrale che racchiude in pochi metri i simboli più importanti della cristianità, allo stesso tempo tesori immensi dell'arte. Il feretro di Francesco è posizionato nell'ampio spazio chiamato Altare della Confessione, l'area sacra che si apre davanti all'altare maggiore della basilica per lasciare scorgere dall'alto la sepoltura di San Pietro. E si chiama così, Confessione, proprio in ricordo del martirio di Pietro sul colle vaticano, bagnato dal sangue dei protomartiri romani al tempo delle persecuzioni dell'imperatore Nerone. È l'evocazione della professione di fede (o confessio), cioè l'affermazione della propria fede in Cristo fino alla morte. Sovrasta la cripta della Basilica, il luogo che ora prende il nome di 'Grotte Vaticane', all'interno delle quali sono custodite le spoglie dei Papi. L'Altare della Confessione è collocato ai piedi del vero altare, quello Maggiore, sormontato dalla magnificenza del Baldacchino del Bernini, la prima grande commessa pubblica assegnata all'artista da Papa Urbano VIII Barberini che lo scelse personalmente, avendolo individuato come il miglior artista italiano di stile barocco. Bernini era ancora all'inizio della sua carriera e quindi chiese supporto al collega Borromini che aveva maggiori competenze tecnico-architettoniche: lavorarono insieme per circa dieci anni ma alla fine dei lavori il merito fu assegnato tutto a Bernini che, a differenza di Borromini, spiccava di più in diplomazia. Un fatto che segnò la definitiva e leggendaria rottura tra i due e consacrò Bernini a scultore di spicco della Roma barocca e architetto ufficiale del Papa. Il Baldacchino è un'opera imponente e raffinatissima: è alto 28 metri, quasi quanto un palazzo di 10 piani, ma le sue proporzioni armoniche lo integrano perfettamente con il resto della Basilica. Intanto c'è l'idea di realizzare un'opera che fosse un richiamo sia ad un catafalco che ad un ciborio, ovvero la struttura che, appunto sovrasta l'altare maggiore di una chiesa. Il Baldacchino poggia su quattro colonne, quattro tortiglioni di bronzo, alte 11 metri e decorate con rami di alloro, con cui venivano incoronati i poeti classici. Realizzato con bronzi pregiati provenienti per lo più dalla Repubblica di Venezia, sull'origine del metallo ruota il famoso aneddoto legato al Pantheon di cui sarebbero stati usati materiali di scarto e che portò al detto "Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini" ("Quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini"). E sono molti i richiami ai Barberini che nasconde la simbologia delle colonne: dal ricorrente motivo delle api, simbolo della famiglia, al "mistero" del volto di una fanciulla che compare nello stemma della famiglia che viene ripetuto su tutti e quattro i lati. Il volto della donna cambia espressione, come se l'autore volesse sottolineare una sofferenza: si è pensato ai dolori del parto dal momento che nell'ultimo stemma appare il volto di un bambino. Forse un'allegoria alla Chiesa-Madre che partorisce la fede. Forse un'allusione alla storia personale del Bernini. Il quale lasciò una sua impronta anche fondendo il suo rosario sulla struttura del Baldacchino: un richiamo, si pensa, all'intenzione di dedicare il Baldacchino alla Vergine Maria. (ANSA).

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