Tra ratti e maschere, la streetart di Blub invade Venezia

Non poteva esserci ambientazione più azzeccata per l’arte underground, anzi underwater, di Blub, street artist toscano che da dicembre ha disseminato in giro per Venezia una trentina di sue opere.
Ci sono “Gli amanti” di Magritte in Campo Santi Apostoli, “La Gioconda” di Leonardo Da Vinci a Rialto, la “Ragazza col turbante” di Vermeer in Rio Terà Foscarini, ma anche Vivaldi in Campiello San Vidal e perfino uno dei «Ratti» di Banksy alle Zattere.
Tutte riproduzioni fedeli di opere celebri in formato ridotto, rappresentazioni di icone artistiche ormai patrimonio del nostro inconscio collettivo. In comune hanno una caratteristica: sono immerse nel blu e indossano maschere da sub per vedere sott’acqua.
Dopo Roma e altre località in Italia e nel mondo, «L’arte sa nuotare», nome della collezione, ha fatto tappa anche a Venezia. L’idea è quella di trasmettere con ironia un messaggio positivo, di speranza. «Per indicare un momento di crisi» spiega Blub «si dice che si è con l’acqua alla gola, ma se ci mettiamo la maschera da sub e impariamo a nuotare in questo mare di crisi, ci possiamo anche divertire e trovare soluzioni altrimenti non visibili ai nostri occhi. Una crisi diventa opportunità di crescita e di cambiamento». Uno stimolo, visivo e mentale, a vedere le cose da una prospettiva diversa.
«Sono da sempre affascinato da quello che noi umani siamo capaci di fare in situazioni di crisi» continua l’artista «Troviamo sempre delle soluzioni alternative e creative a eventi apparentemente negativi».

Oltre che dal colore e dalle maschere da sub, le opere di Blub sono riconoscibili anche dalla forma: quella rettangolare dei quadri elettrici, dei ripetitori di cellulari o della fibra ottica, sparsi in giro per la città. Lo spunto nasce da un soggiorno in Spagna, a Cadaqués (città cara a Dalì), dove Blub nota questi sportelli anonimi dipinti e abbelliti da artisti locali. Una tela ideale per vivacizzare il grigiore cittadino: «È come se arredassi la città senza sporcare le mura» racconta ancora Blub «come una forma di rispetto. Questi sportelli diventano uno sfondo per divertire, rendere omaggio ai grandi artisti e distogliere dal quotidiano».
La street art abbellisce i luoghi urbani senza rifugiarsi dietro una teca da museo. Per questo anche a Venezia molti lavori di Blub risultano deturpati o strappati, ma fa parte del gioco: «C’è ovviamente anche chi non apprezza, strappa o deturpa, ma si sa che la strada è di tutti, quindi non ho aspettative che ci rimangano a vita». Certo è che in città le opere di Blub hanno catturato l’attenzione di molti, strappando un sorriso, una curiosità, un’emozione.
Proprio per questo «L’arte sa nuotare» aiuta a trovare soluzioni creative e innovative. «Perché» conclude Blub «l’arte è tutto, è potere creativo ed eleva le nostre emozioni in tutti i campi, non solo nella pittura».
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