Tornano a splendere gli antichi «cuoridoro»

Restaurata la rara collezione di parati al museo Correr
Uno dei pannelli restaurati ora esposti al Correr
Uno dei pannelli restaurati ora esposti al Correr
 Concluso l'intervento di restauro conservativo della rara collezione di «cuoridoro» del Museo Correr, ora nuovamente visibile nella sezione del museo dedicata alle «Arti veneziane e corporazioni di mestiere». La collezione - una trentina di frammenti a misura diversa di parati, sei paliotti interi con immagini devozionali e due cuscini - è stata valorizzata attraverso un primo lotto di manufatti riportati ad una corretta leggibilità per mezzo di un attento e paziente lavoro di restauro eseguito dalla ditta «Oscar Restauri» di Lucia Castagna e finanziato per quota parte dalla Regione del Veneto. Per cuoridoro, o «cuoi d'oro», s'intende quella raffinata arte decorativa che, tra il XV e il XVII secolo, veniva generalmente impiegata soprattutto a Venezia nell'arredo e nella tappezzeria e che prevedeva la realizzazione di «pannelli» di cuoio impresso e dipinto. La decorazione del cuoio, attraverso le tecniche di doratura, l'uso di punzoni e la stesura di lacche e vernici, venne codificata nel 1572 dal medico e studioso Leonardo Fioravanti nel suo trattato Dello specchio di Scientia Universale (Dell'arte de' corami d'oro e sua fattura). Questa tecnica prevedeva che la pelle conciata venisse bagnata, battuta, levigata, tagliata, asciugata, brunita e ricoperta di colla, per ricevere le foglie metalliche, il disegno veniva quindi riportato con una tecnica simile alla xilografia. Poi la superficie metallica veniva coperta da una vernice resinosa color oro (meccatura), una sapiente punzonatura creava un «chiaroscuro tattile» e si procedeva a una decorazione cromatica. Gli elementi iconografici più diffusi si ispiravano al repertorio tessile: fiori e frutta stilizzata si intrecciavano a formare mazzi, ghirlande, festoni spesso accompagnati da animali, putti o stemmi, anche se a Venezia permaneva pur sempre una forte suggestione «orientale». Nel XVI secolo 70 erano le botteghe attive a Venezia, con una produzione che rendeva 100 mila ducati annui, mentre i maestri «cuoridoro» facevano parte dell'Arte dei pittori. Tra il XVI e il XVII secolo le pareti dei palazzi veneziani venivano ricoperte di questi preziosi cuoi dorati ed ancor oggi è possibile riscontrare simili ambienti a Palazzo Ducale, nella «Sala delle Magistrature alle leggi», o a Palazzo Vendramin Calergi. Con il Settecento giunse la carta da parati e con essa il rapido declino di quest'arte.

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