Padiglione Brasile contro Padiglione Venezia: "Invadente"
VENEZIA. “Big Data”, la grande sfera d’acciaio inox 316 marino lucidata a specchio, del diametro di due metri e mezzo, all’esterno del Padiglione Venezia, crea problemi ai dirimpettai del Brasile che, per protesta, chiudono la porta d’uscita. È polemica alla Biennale ed è arrabbiato uno dei quattro curatori, Marcelo Maia Rosa, che non le manda a dire né alla Biennale né al Comune: «Quella bolla che brilla davanti alla porta del nostro Padiglione disturba e acceca i visitatori. La sfera è invadente, conflittuale, aggressiva, non può dialogare con l’esposizione del Brasile. So che l’Ambasciata ha deciso di chiudere quella porta».
C’era tanta attesa – e tante autorità, tra cui la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati – al Padiglione Venezia per l’inaugurazione di “Follow UP! Venice shares Knowledge” che ieri è diventata realtà. «La riaggregazione dei dati fa capire quanto avanti sia la città rispetto al mondo - ha spiegato il sindaco Luigi Brugnaro - Questa è già un’attualità che a Mestre, a Marghera, e a Venezia si sta facendo con professionisti. Un grazie alla Biennale per aver creduto nel progetto di portare l’esposizione in Terraferma allargando la presenza culturale: per il terzo anno consecutivo c’è un padiglione ufficiale a Forte Marghera. Dobbiamo credere in Porto Marghera e architettarne il futuro».
«Sono luoghi meravigliosi dove arte, architettura, storia e cultura si incontrano con il fascino e la bellezza della nostra città straordinaria - ha detto la Casellati - La particolarità di questa edizione è l’attenzione all’uomo, al quotidiano dello spazio inteso come spazio libero, comune e collettivo che diventa un valore da condividere e tutelare. Per la prima volta un patrimonio immateriale rimarrà liberamente consultabile dai cittadini di tutto il mondo anche dopo la chiusura dell’esposizione».
Negli schermi ha “debuttato” in tutta la sua evoluzione la storia digitalizzata della Repubblica di Venezia. Nell’arco di mille anni gli spazi sono diventati luoghi, pensati e da ripensare, utilizzati e da riusare per generare nuove opportunità: quella che appare è una rete di conoscenze e di dati, un processo finalizzato a costruire la nuova mappa della città metropolitana di Venezia.
I fondi archivistici sono stati digitalizzati, i documenti scansionati, i lemmi e le cifre marcate per creare connessioni tra le ricorrenze di date, personaggi e oggetti. A fornire i dati per renderli condivisibili e diffusi anche online gli archivi di Ca’Foscari e Iuav. Fra tanti un dato rilevante: in sei sestieri gli edifici storici sono 15. 246, di cui 13. 674 catalogati. A ricordare il passato la presenza della pedalina tipografica “Bijou” (Monza, 1880) che azionata a mano dal maestro stampatore appartiene alla “Bottega del Tintoretto”, Cannaregio 3400. È un luogo dove il ritmo delle giornate è scandito dai torchi di stampa e dai gesti tramandati tra le generazioni di artisti. E il dialogo tra la Venezia antica e quella contemporanea continua.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia