Novant'anni di Venini: ecco le grandi firme del vetro di Murano
Celebrare l'antica arte del vetro e il marchio di una delle fornaci più innovative della storia veneziana: la Cappellin-Venini. E' l'obiettivo di una grande mostra al Museo del Vetro di Murano
Il vaso «Veronese» disegnato e realizzato da Vittorio Zecchin nel 1921
MURANO. Forma fragile proveniente da materia rovente. Creato per la prima volta nell'antica Fenicia, attorno al III millennio a. C., il vetro trova successivamente la sua patria a Venezia dove diventa il prodotto per eccellenza, tanto da proibire ai vetrai stranieri di praticare questa scienza alchemica in loco, per non diffonderne i segreti. Ispirati forse dal dio Vulcano i vetrai veneziani sfidano il fuoco per estrarne l'anima, a volte a scapito di improvvisi incendi che minacciano la città.
Gli abili maghi vengono così inviati a Murano, dove possono sperimentare in tutte le sue forme l'arte di dominare il fuoco, a loro rischio e pericolo. Cresce, generazione dopo generazione, una vera e propria tradizione di vetrai che si sbizzarriscono nell'inventarsi raffinati prodotti come murrine, perle, cristalli e perfino occhiali con lenti speciali in vetro. I demiurghi che plasmano il vetro conoscono bene la fatica di chi, prima di giungere alla luce, deve attraversare i gironi infernali.
Ed è proprio per celebrare l'antica arte del vetro e, nello specifico, il marchio di una delle fornaci più innovative della storia veneziana, la Cappellin - Venini, che il Museo del Vetro di Murano inaugura una speciale esposizione. Curata da Chiara Squarcino, Giulia Cimento e Roberto Gasparotto la mostra «Novantesimo Venini 1921 - 2011» racconta non solo la vita di un'azienda, ma anche quella di un pezzo di storia che ha visto artisti, architetti e designer affrontare fiamme di fuoco nel tentativo, antico come l'umanità, di tradurre, il più perfettamente possibile, una chiara idea in una concreta realtà.
La nascita dell'azienda risale al fortunato incontro tra Giacomo Cappellin, veneziano proprietario di una bottega in piazzetta dei Leoncini, e Paolo Venini, avvocato milanese, classe 1895. Venini riscuote un immediato successo tanto da essere già protagonista alla XIII Biennale Biennaledi Venezia del 1922, ma questo è solo l'inizio. Successivamente si avvarrà della collaborazione di altre personalità, come Carlo Scarpa, con il quale inventa i vasi chiamati murrine romane, e Bianconi per i vasi detti Fazzoletti. L'innovazione dell'azienda attira grandi imprenditori come Ludovico Diaz de Santillana, Gardini e Ferruzzi e l'attuale gruppo italiano Italian Luxury Industries, ma soprattutto celebri designers come Ettore Sottsass, Gae Aulenti, Gio Ponti e Tapio Wirkkala.
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