Mefistofele e l’omaggio allo “scapigliato” Arrigo Boito

Sabato 22 e domenica 23  il doppio concerto diretto dal maestro Renato Palumbo

VENEZIA. È un omaggio ad Arrigo Boito, e alla sua multiforme creatività artistica, il terzo concerto della Stagione Sinfonica della Fondazione Teatro La Fenice, in programma sabato 22 dicembre alle 20(turno S) e domenica 23 dicembre, alle 17 (turno U). A tenere le fila del ricco programma musicale dedicato al poeta, operista e sinfonista scapigliato veneto nel centenario della scomparsa, sarà il maestro Renato Palumbo che, alla testa dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice – quest’ultimo istruito da Claudio Marino Moretti –, dirigerà l’ouverture del Freischütz di Carl Maria von Weber, la Sinfonia in la minore di Arrigo Boito, i ballabili dall’Otello di Giuseppe Verdi; tre brani dalla Gioconda di Amilcare Ponchielli: la Danza delle ore, il preludio e il coro di introduzione «Feste e pane!»; infine, in chiusura di serata, il Prologo in cielo da Mefistofele di Boito, con il basso Alex Esposito in veste di solista e il Kolbe Children’s Choir preparato da Alessandro Toffolo. Il concerto è realizzato in collaborazione con il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della scomparsa di Arrigo Boito.

La serata si aprirà con l’ouverture del Freischütz (Il franco cacciatore): rappresentato la prima volta a Berlino il 18 giugno 1821, il capolavoro di Carl Maria von Weber, considerato da Boito un pilastro imprescindibile della storia della musica, fu tradotto in italiano dallo scapigliato in occasione della prima italiana al Teatro alla Scala del 1872. «Sarebbe davvero una vergogna se quel grande maestro di canto che è il pubblico della Scala dovesse far fiasco (lui questa volta) davanti alla augusta figura di Weber»: con queste parole il poeta cercava di convincere i milanesi ad applaudire alla nuova creazione da lui tanta ammirata.

Seguirà la Sinfonia in la minore di Boito una pagina pressoché sconosciuta al grande pubblico, al contrario dei celeberrimi ballabili dall’Otello di Giuseppe Verdi, la prima delle due opere – seguirà Falstaff – composte dal bussetano su un libretto scritto da Boito.

La sezione centrale del programma musicale sarà dedicata alla Gioconda di Amilcare Ponchielli, il melodramma liberamente ispirato all’Angel, Tyran de Padoue di Hugo, che debuttò alla Scala l’8 aprile 1876. Dell’opera composta sui versi di Boito saranno proposte tre pagine, egualmente indimenticabili. —
 

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