L’Inganno felice (e giovane)

La farsa di Rossini nell’allestimento che coinvolge la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia

Fino al 4 marzo, il teatro Malibran di Venezia ospita le repliche di L’inganno felice, farsa per musica in un atto di Gioachino Rossini su libretto di Giuseppe Maria Foppa. L’opera, che narra la peripezia fortunata di Isabella, moglie fedele del duca Bertrando, scampata alla morte e poi ritrovata in un villaggio di minatori nei panni della montanara Nisa, sarà in scena ancora in febbraio martedì 21 alle 19 e sabato 25 alle 15.30 e infine domenica 4 marzo alle 15.30.

Andata in scena per la prima volta duecento anni fa, l’8 gennaio 1812, seconda delle cinque farse composte tra il 1810 e il 1813 dal ventenne Rossini per il Teatro Giustiniani di San Moisè, L’inganno felice costituisce l’opera d’avvio del progetto «Atelier della Fenice al Teatro Malibran», una nuova iniziativa della Fondazione Teatro La Fenice volta a ridefinire la funzione del Teatro Malibran come centro di produzione sperimentale, attraverso una programmazione continuativa e articolata capace di coinvolgere le giovani energie artistiche presenti sul territorio veneziano.

Forte della felice esperienza di collaborazione con la Facoltà di Design e Arti dello IUAV, il cui ultimo fortunato frutto è stato il recente allestimento di Lou Salomé di Giuseppe Sinopoli, la Fondazione ha deciso di ampliare l’esperimento a tutti i principali istituti cittadini di formazione artistica – Accademia di Belle Arti, Conservatorio Benedetto Marcello, Università Ca’ Foscari – realizzando con l’Atelier della Fenice al Teatro Malibran una sinergia tra le potenzialità creative e produttive del teatro e quelle formative di centri di studi .

Il progetto, che si avvale del coordinamento e della supervisione di Bepi Morassi, direttore della produzione artistica della Fenice, prevede come prima tappa la messa in scena delle cinque farse di Gioachino Rossini (L’inganno felice sarà seguito in ottobre dall’Occasione fa il la dro, nel marzo 2013 dalla Cambiale di matrimonio e a seguire dalla Scala di seta e dal Signor Bruschino), con la regia di cinque importanti registi italiani, e scene, costumi e luci a cura della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia che ne cura ogni aspetto, dalla progettazione alla realizzazione.

Particolarmente significativo per la storia musicale veneziana, il ciclo rossiniano permetterà di ripercorrere un itinerario storico e artistico che ha contribuito al prestigio della città e dei suoi spazi teatrali cosiddetti minori: scritti da Rossini per il Teatro San Moisè, i cinque atti unici furono infatti presto ripresi in importanti piazze italiane ed europee, determinando l’inizio della fama internazionale del giovane compositore.

La concertazione dell’Inganno felice è di Stefano Montanari, che dirige l’Orchestra del Teatro La Fenice e un cast di giovani interpreti formato dal tenore David Ferri Durà nel ruolo del duca Bertrando, dal soprano Marina Bucciarelli in quello della duchessa Isabella e dai baritoni Marco Filippo Romano in quello del perfido Ormondo, Filippo Fontana in quello del suo confidente Batone e Omar Montanari in quello del minatore Tarabotto. Maestro al fortepiano Stefano Gibellato.

La regia dello spettacolo è di Bepi Morassi: scene, costumi e luci della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia guidata dai tutors Giuseppe Ranchetti, Giovanna Fiorentini e Fabio Barettin, su progetti degli studenti Fabio Carpene (scene), Federica De Bona (costumi) e Andrea Sanson (luci) realizzati in appositi laboratori cui hanno partecipato una quarantina di studenti dell’Accademia.

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