L’arte a Venezia? È un diamante lilla e 8.500 aquiloni di bambù

Mostre, installazioni e performance nell’intensissima settimana della vernice Dalla gigantografia di 135 metri quadrati sui migranti al breakfast alla A Plus A
L'immensa foto sui migranti di Gérard Rancian che sarà stesa in un campo della città dall'11 maggio
L'immensa foto sui migranti di Gérard Rancian che sarà stesa in un campo della città dall'11 maggio

VENEZIA. All’ombra generosa della Biennale arriverà il diamante più raro del mondo, di colore lilla e del valore di due milioni di euro, montato su un anello dal nome che pare quello di un sommergibile - LILAC TI22 - pezzo fortissimo della mostra “Antipode” alla Fondazione Querini Stampalia per soli cinque giorni, dal 9 al 13 maggio.

Il preziosissimo anello con diamante lilla in esposizione alla Querini Stampalia
Il preziosissimo anello con diamante lilla in esposizione alla Querini Stampalia

All’ombra (anche) godereccia della Biennale, l’arte sarà cucinata, servita e mangiata direttamente in galleria, alla A plus A, dove, dal 10 al 12 maggio, dalle 10 alle 12, “The Breakfast Pavillon” offrirà la prima colazione insieme agli artisti Olaf Nicolai, Anne Sophie Berger e Nicole Wermers.

Ogni scusa sarà buona per imbastire mostre, inventare happening, creare eventi, suggerire performance, esibire artisti, invitare gente e sperare di essere invitati, nel delirio che accompagnerà l’apertura della 57 esima Esposizione Internazionale d’Arte (10, 11 e 12 maggio la vernice, cerimonia di premiazione e inaugurazione sabato 13), massima rappresentazione di cultura che si fa salotto, estro e futuro, tutto insieme.

Fioriranno così cose curiose come “Univers” di Flavio Favelli, dall’8 al 14 maggio, un negozio metafisico in Fondamenta Sant’Anna, a Castello; o rassegne che hanno titoli da romanzo, come “Sono stato rapito centinaia di volte” dell’artista Gosha Ostretsov che evidentemente nel frattempo è stato rilasciato visto che lunedì 8 sarà nel giardino di Palazzo Nani Bernardo a ricevere i suoi ospiti.

Strariperà, esonderà e occuperà un intero campo la più grande immagine mai esposta in laguna - 135 metri quadrati - del fotografo francese Gérard Rancinan, già vincitore di sei World Press Awards e protagonista della mostra “Revolution” negli spazi di Bel Air Fine Art vicino alla Guggenheim. Una fotografia sul tema dei migranti che, sorvolata da un drone, sarà srotolata l’11 alle 11, e si annuncia come pugno nello stomaco.

Tra un padiglione e un invito, s’intrecceranno cose delicate, come la mostra “Veni Etiam, Naturalia e Mirabilia”: il sogno dell’antico sapere - inaugurazione alle 18 del 9 maggio - in parte nello Studio Mirabilia di Gigi Bon, a San Samuele, e in parte in vetrina alla libreria Lineadacqua. O come le sculture fatte con corda di canapa e stoppa dell’artista Laura Rambelli che il 9 maggio, dalle 15 alle 18.30, al Museo Andrich di Torcello, sotto il titolo “Fatalità” si esibirà in una performance con la musica di Naomi Berrill e i costumi di Ilaria Biggi.

E ancora la mostra di Luca Campigotto “Iconic China” a Palazzo Zen, dal 10 maggio; l’installazione “Evocative Surfaces” di Beverly Barkat a Palazzo Grimani, con preview il 9; la mostra “Le Désir” alla Galerie Alberta Pane che inaugura il 12; i tappeti per “Woven Forms” a Palazzo Benzon, dal 9 maggio.

Poi c’è l’arte che si conta: le sette monumentali opere del giapponese Kan Yasuda adagiate sul praticello all’inglese dell’Aman Venice dal 10 maggio; i 650 tubi in alluminio di Emil Lukase e gli 8.500 aquiloni neri di carta e bambù di Jacob Hashimoto dal 12 maggio a Palazzo Flangini, aquilone più aquilone meno.

 

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