L’America di Vedova si fa musica

Dalle note di Uri Caine all’omaggio a Frank Zappa e John Cage, a Boulez del JackQuartet

Emilio Vedova e l’America: un legame artistico molto stretto - tra gli anni ’50 e ’60 - segnato anche da un lungo viaggio attraverso «deserti, canyons, riserve indiane, i ghetti neri e bianchi delle immense metropoli», che lascerà un segno profondo nell’evoluzione dell’artista, dando corpo al grande ciclo di circa 50 dipinti su carta e tela del “De America”, sul quale uscirà a breve un volume a cura di Germano Celant (ed. Skira), in occasione del decennale della morte di Emilio Vedova, avvenuta il 25 ottobre del 2006.

Un’esperienza americana, intessuta anche di molta musica, tanto che la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova ha organizzato allo Spazio Vedova ai Magazzini del Sale delle Zattere (Venezia) “ Euroamerica”, ciclo di concerti curato da Mario Messinis che alterna autori americani ed europei, dall’avanguardia al jazz, alla musica di consumo: “prologo” a luglio, con due concerti, molto applauditi, del Chick Corea Quintett.

Euroamerica riprenderà il 28 ottobre con Zappazik! un progetto originale di Giovanni Mancuso, compositore, pianista e direttore, che ha ideato un omaggio a Frank Zappa, tra rock e avanguardia europea, preceduto da una versione del Concerto per pianoforte e orchestra di John Cage, autore molto amato dall’artista rock. Agli strumenti, il Chironomids Outerspace Group. Negli American Songs (29 ottobre) canzoni americane dagli anni Trenta e Cinquanta, ricomposte da Luca Mosca per voce e tredici strumenti: interprete Cristina Zavalloni.

Il 30 ottobre, appuntamento d’eccezione, protagonista Uri Caine con il suo jazz, singolare miscela di musica classica, rock ed elettronica. In programma Urlicht - Primal Light, una rivisitazione dove la Quinta Sinfonia di Mahler, con l’Uri Caine Ensemble, viene sottoposta a furia analitica e ricreata grazie alla organicità strutturale.

Il 10 novembre, una sintesi delle avanguardie europee del Novecento da Debussy a Boulez con la pianista Letizia Michielon, mentre di Terry Riley si ascolta Tread on the trail del 1965, brano che si ispira al jazz nell’esecuzione del Chironomids Outerspace Group diretto da Giovanni Mancuso. Ancora, l’11 novembre, l’ottantasettenne americano George Crumb, in The Ghosts of Alhambra, guarda alla Spagna, mentre Karlheinz Stockhausen nei poetici Indianerliederpromette «larvali melodie in chiave di minimalismo estatico». Anna Clementi e Nicholas Isherwood sono le voci che l’autore apprezzava.

A conclusione del ciclo il 13 novembre, debutta a Venezia il JACK Quartet, uno dei più agguerriti complessi statunitensi che presenta un capolavoro giovanile di Pierre Boulez, il Livre pour quator dal radicale estremismo linguistico.

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