Klimt torna a Venezia dopo un secolo

Una straordinaria mostra documenta l’opera dell’artista, il suo rapporto con l’architetto Joseph Hoffamann e con la Secessione. Eccezionale rassegna di dipinti, disegni, mobili, raffinati gioielli

A un secolo dalla storica partecipazione alla Biennale di Venezia del 1910, Gustav Klimt torna a Venezia.

Si visita fino all’8 luglio nelle sale del Museo Correr la mostra Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione: una eccezionale rassegna di dipinti, rari e preziosi disegni, mobili e raffinati gioielli, ma anche di elaborate ricostruzioni e interessanti documenti storici, che illustra la genesi e l’evoluzione, in ambito architettonico e pittorico, dell’opera di Klimt e di quanti con lui diedero vita alla Secessione viennese, istanza di quel modernismo europeo che ebbe tra i suoi protagonisti di spicco personaggi come George Minne, Jan Toorop, Fernand Khnopff, Koloman Moser, Josef Hoffmann.

Proprio la collaborazione con quest’ultimo è uno dei temi centrali della mostra, che vuole documentare come in breve tempo questi due straordinari personaggi, l’artista e l’architetto, fossero capaci di condividere incarichi, clienti, amici ma soprattutto la spasmodica tensione verso l’opera d’arte totale, concretizzata nel Fregio di Beethoven (1901-1902) e nelle decorazioni di Palazzo Stoclet a Bruxelles, progetti entrambi presenti nella mostra veneziana.

La mostra è anche l’occasione per comprendere il rapporto da Gustav Klimt e Venezia: era il 1899, l’artista era arrivato in laguna con l’allora amata Alma Mahler e il compagno di Secessione Carl Moll, patrigno di lei. Il gruppo era composto da dieci persone; alloggiavano tutti in un albergo del Lido. In una giornata nebbiosa (prima di essere rispedito a casa da Moll, infastidito per i troppo baci che Klimt e Alma si scambiavano quando pensavano di non essere visti dal patrigno di lei), Klimt visitò la Basilica di San Marco. I mosaici bizantini gli apparvero come “una pioggia d’oro”, una visione che avrebbe profondamente condizionato la sua opera.

La mostra, dopo essere stata fino a poche settimane fa al Museo Belvedere di Vienna in occasione dei 150 anni dalla nascita dell’artista, approda a Venezia, in parte reimpaginata soprattutto per ciò che riguarda gli inizi del percorso klimtiano, e copre un arco di circa trent’anni, dal 1880 al 1910.

Una delle autentiche novità di questa mostra veneziana è anche la presentazione nell’ultima sala, di un sublime dipinto di Klimt, il Girasole, del 1907, che il Museo del Belvedere ha acquisito solo una decina di giorni fa e che ha subito spedito a Venezia. Klimt del resto - è stato ricordato anche ieri - non fece mai un autoritratto, diceva di guardare alla sua arte se si voleva sapere qualcosa di lui.

Quasi a sottolineare il legame «veneziano» di Klimt e la sua influenza sull’arte italiana e lagunare dell’epoca, verranno esposte nelle sale della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, dal 31 marzo, i cicli pittorici Le Mille e una notte di Vittorio Zecchin e La Prima vera di Galileo Chini, che molto gli devono.

La mostra al Correr si visita fino all’8 luglio, tutti i giorni dalle 10 alle 18 (la biglietteria chiude un’ora prima).

Il biglietto intero costa 12 euro, ridotto 10.

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