Il sexy burqa e il campanile giacca, allo Iuav la moda è gioco

Venerdì sera l’evento con le creazioni degli studenti di design dello Iuav 

VENEZIA. Fashion at Iuav fa passerella nel campo da calcio ed è gol, moda, spettacolo ironico, creativo, trasgressivo. Nell’arco di due tempi (come nelle partite vere) oltre 200 universitari hanno sfilato davanti a docenti, stilisti, operatori del marketing.

È stato un successo l’evento “Fattore campo” realizzato dai laureandi dei corsi di moda triennale e magistrale con il direttore Maria Luisa Frisa e con la novità della partenership di Pitti Tutorship. Hanno vinto le idee, i colori, i popoli. Fra tutti ha vinto il made in Itay con il premio assegnato a Jacopo Nordio, 22 anni di Marcon, e a Francesco Galeotti, 25 anni di Noale.

«Abbiamo puntato su chi ci fa crescere, la nostra città di studio e il nostro Paese», hanno detto increduli. Una giacca e una sciarpa cucita addosso alla camicia, entrambe bislunghe, l’una con il campanile di San Marco, l’altra con la bandiera italiana. Tante le collezioni grintose, curiose, trasformabili che hanno strappato sorrisi e applausi. Come la tuta anti acqua alta, l’abito indossato da tre giovani, il burqa traforato dal quale si intravvedeva la pelle, “la grande madre”, richiamo alla maternità e metafora di tutto ciò che nutre e nel contempo soffoca. Impeccabile il maquillage, occhi rossi, verdi, blu con micro gocce bianche; divertenti gli accessori, scarpe, stivali, borse, cinture smontati e rimontati.

È un nuovo modo di stare al mondo dove la sperimentazione non fa paura, nemmeno l’errore o la perdita dei canoni classici. Un richiamo ai continenti, all’Africa (certamente), all’Europa (probabile), all’America (forse) con gli scarti, la massa di abiti e gli abiti di massa. La sfilata, proposta lo scorso venerdì notte nel campetto scalcagnato, ha incantanto un migliaio di persone.

L’idea della location – campo da calcio contiguo alla fabbrica del Cotonificio, sede dello Iuav dal 1996 – è stata tutta del rettore Alberto Ferlenga che soddisfatto ricorda: «Alle spalle c’è un grande lavoro. Abbiamo riaperto il passaggio diretto, durante la fase di progettazione scoperto immagini che documentano che proprio qui, il 31 luglio 1977, Dario Fo con Franca Rame ha messo in scena il Mistero buffo. Continueremo a impegnarci in questi spazi di proprietà Iuav fuori dai flussi turistici» . Tra gli spettatori il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi («Spettacolo bello e piacevole, segno di vitalità della citta») e l’assessore Simone Venturini («Fantastico e in crescita»).

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