“Il nome della rosa” in scena al Goldoni. Tutto Eco in meno di tre ore
VENEZIA. Approda al Teatro Goldoni fino a domenica 25, uno degli eventi teatrali più attesi della stagione di prosa, la messa in scena de “Il nome della rosa”, il grande romanzo di Umberto Eco nella versione teatrale del poco più che 40 enne Stefano Massini, di certo il drammaturgo italiano vivente più rappresentato in Italia. Il Teatro Stabile del Veneto-Teatro nazionale cooproduce lo spettacolo assieme agli Stabili di Torino e Genova. La regia dell’allestimento, in cartellone al Goldoni sino domenica 25 (repliche il 22 e 23 febbraio alle 20,30, sabato 24 alle 19 e domenica 25 alle 16), è di Leo Muscato.
«Per forza di cose abbiamo dovuto operare una riduzione importante, anche drastica si potrebbe dire – spiega il regista -tuttavia, anche se può sembrare strano, in meno di tre ore, utilizzando i codici specifici del teatro, riusciamo a raccontare in maniera chiara e precisa tutto il libro, a offrirne l’essenza in modo credo significativo».
Il nome della rosa di Umberto Eco, tradotto in 47 lingue, ha vinto il Premio Strega nel 1981. La sua versione cinematografica, diretta da Jean-Jacques Annaud nel 1986, è stata un successo planetario, rendendo notissima la vicenda. «Un vecchio frate benedettino, Adso da Melk, è intento a scrivere delle memorie in cui narra alcuni terribili avvenimenti di cui è stato testimone in gioventù. Nello spettacolo, questo io narrante diventa una figura sempre presente in scena, in stretta relazione con i fatti che lui stesso racconta, accaduti molti anni prima in un’abbazia dell’Italia settentrionale – prosegue il regista Muscato - Sotto i suoi (e i nostri) occhi si materializza un se stesso giovane, poco più che adolescente, intento a seguire gli insegnamenti di un dotto frate francescano, che nel passato era stato anche inquisitore: Guglielmo da Baskerville. Siamo nel momento culminante della lotta tra Chiesa e Impero, che travaglia l’Europa da diversi secoli e Guglielmo da Baskerville è stato chiamato per compiere una missione, il cui fine ultimo sembra ignoto anche a lui».
Non è inutile aggiungere che frate Guglielmo da Baskerville, noto per il suo grande acume deduttivo, si troverà a dover investigare su una serie di misteriosi delitti. Sono ben quaranta i personaggi distribuiti a un cast multigenerazionale di grandi interpreti: Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo, Giulio Baraldi, Luigi Diberti, Marco Gobetti, Luca Lazzareschi (nella parte di Guglielmo da Baskerville, che al cinema fu di Sean Connery), Bob Marchese, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Alfonso Postiglione, Arianna Primavera, Franco Ravera e Marco Zannoni. Venerdì 23 febbraio alle 17.30 al T - Fondaco dei Tedeschi, è in programma un aperitivo con gli interpreti (ingresso libero fino ad esaurimento posti). Biglietteria aperta tutti i igiorni (10-13 15-18,30) vendita online su www.teatrostabileveneto.itInfo teatro.
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