I nuovi Mille andranno da Quinto a Soave (cantando l'InnoMinato)

Funambolo delle parole e artista stravagante: così Luca Clabot festeggia l'Unità d'Italia tra l'InnoMinato e i nuovi Mille
La Storia d'Italia secondo Luca Clabot
La Storia d'Italia secondo Luca Clabot
VENEZIA. In una serata qualunque, il funambolo delle parole Luca Clabot si è accorto che l'anagramma dell'Inno di Mameli è «Domani in mille». Di fronte a cotanta illuminazione uno come lui non resta con le mani in mano. Detto, fatto.


E' nata un'iniziativa che chiamare insolita è riduttivo: organizzare una spedizione di nuovi Mille che, da Quinto di Treviso, vadano a Soave di Verona in missione collettiva. Per muoversi, qualsiasi mezzo va bene: possono andarci a piedi, in macchina, in bici, a cavallo o con il triciclo. L'importante è esserci, e andare.


«Rispetto a quando i garibaldini sono andati da Quarto a Marsala, siamo un passo avanti _ dice lo scrittore veneziano _ Ora partiamo da Quinto e la destinazione non più un vino amarognolo, ma uno dolce».


Naturalmente la spedizione di Clabot ha anche un obiettivo concreto: raccogliere un po' di spiccioli per organizzare, in Liguria, una mostra delle sue opere sull'Unità d'Italia. Si chiamerà "Vi va l'Italia?".


Il cavallo di battaglia della sua carrellata di stranezze tricolori è l'Inno di Mameli cantato da un collage di parole estrapolate dai più grandi successi di Mina e registrate su nastro. «Ho ritagliato tutte le parole dell'inno d'Italia dalle sue canzoni più celebri e il risultato non è niente male: a breve arriverà la versione web». Si chiama, manco a dirlo, InnoMinato.

Non meno sorprendente è la sua nuova ricerca che ha, come unica fonte, le Pagine Bianche: «Visto che sono passati 150 anni dalla nascita della nostra nazione unita, ho fatto un censimento dei cognomi che ci illustrano la varietà della nostra popolazione», dice Clabot. Ma è più facile spiegarlo così: in Italia ci sono 166 signori «Italiani»; 321 «Stranieri»; 47 «Regolari»; 1 «Clandestino»; 7 «Immigrato», 3 «Oriundi»; 3 «Curdi», 2 «Rom»; 10 «Zingari»; 1 «Tunisino».


Luca Clabot avrà modo di illustrare la ricerca e le altre sue opere in primavera: a Quarto, in Liguria, e a Venezia. Nel frattempo, i fortunati che hanno il privilegio di sfogliare il blocchetto moleskine che si porta sempre appresso hanno avuto l'onore di imbattersi nella sua «Penisoletta», «Storia d'Italia dal¨'36 al¨'45» che non può essere che un trio di suole bianco, rosso e verde con i numeri dei piedi che vanno, ovvio, dal 36 al 45.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia