Due tele, due mostre Rinasce il Veronese

Da Murano agli occhi del mondo, grazie a Venetian Heritage
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. INAUGURATI DAL MINISTRO BRAY I RESTAURI DELL'ACCADEMIA. 18.12.2013
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. INAUGURATI DAL MINISTRO BRAY I RESTAURI DELL'ACCADEMIA. 18.12.2013

Due tele per due mostre. L’una di fronte all’altra, cariche di gloria e di colori, incorniciate da riccioli e volute in legno dorato, costituiranno tutto quel che c’è da vedere, e da sapere, sulla maturità di Paolo Veronese sottratta al buio, all’umidità, al fumo della candele, agli spifferi e a quasi cinque secoli di polvere.

Grazie alle premure di Venetian Heritage e al sostegno di Bulgari che ha finanziato il restauro, alle due opere provenienti dalla chiesa di San Pietro Martire a Murano e raffiguranti “San Girolamo nel deserto” e “Sant’Agata in prigione visitata da San Pietro” saranno offerte due mostre in sequenza. La prima, intiolata “Dipinti muranesi di Paolo Veronese restaurati da Venetian Heritage con il sostegno di Bulgari”, sarà inaugurata alle Gallerie dell’Accademia l’11 maggio, in pieno delirio biennalesco; mentre l’altra, “Veronese in Murano: two venetian renaissance masterpieces restored”, sarà inaugurata il 24 ottobre alla Frick Collection di New York, tra le più belle al mondo.

Lo scambio proficuo di opere e sedi, l’abbraccio sempre più stretto tra Venezia e New York, la capacità di valorizzare opere che quasi nessuno aveva mai visto ma che, tolte dall’oscurità, brillano nuovamente insieme all’immensa tavolozza di Veronese, raccontano di quanto (anche) piccolo sia bello.

Il restauro è costato 62 mila euro - non una sproposito - ma ha mosso grandi nomi creando quell’effetto Veronese esattamente come la Venice Foundation di Franca Coin, grazie ai suoi interventi mirati, ha saputo creare con Canova.

Presentazione da grandi occasioni, dunque, ieri mattina alle Gallerie dell’Accademia, insieme alla direttrice delle Gallerie Paola Marini, al delegato Patriarcale per i Beni Culturali Don Gianmatteo Caputo, al Chief Curator della Frick Collection Xavier Salomon, a Lucia Boscaini di Bulgari e al direttore di Venetian Heritage Toto Bergamo Rossi.

Curiosa, e dunque meritoria, la storia delle due grandi tele dipinte da Veronese nel 1566 e commissionate da Francesco degli Alberi, confessore del convento di Santa Maria degli Angeli in Murano, che originariamente aveva fatto collocare le opere nella cappella privata a lato della chiesa. Un secolo più tardi i dipinti furono trasferiti nella vicina chiesa di Santa Maria degli Angeli e impreziositi dalle ricche cornici lignee dorate. Durante la dominazione francese, all’inizio dell’Ottocento, la chiesa di Santa Maria degli Angeli fu sconsacrata e alcune delle opere, salve per miracolo, furono trasferite nella vicina chiesa di San Pietro Martire.

Furono secoli bui, in tutti i sensi. La posizione infelice, le infiltrazioni d’acqua, tutto quel freddo, l’incuria, o le cure sbagliate come alcune riverniciature non originali, con alcune parti addirittura lacerate: un anno di restauro e le tele si sono ringiovanite di cinque secoli.

Manuela Pivato

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