Da Romeo alle chiese, la vanità veste il Carnevale di Venezia
VENEZIA. Dall’ovvio dei palazzi all’inconsueto delle chiese, dai musei che faranno le ore piccole al velluto dei teatri. Non di sola Piazza San Marco vivrà il Carnevale 2017, del quale è stato presentato ieri il programma culturale, quello che non dipenderà nè dalle bizzarrie del meteo nè dagli ingorghi degli umani.
All’invito della città hanno riposto in molti, tra pubblici e privati, con spettacoli che erano già nel programma della stagione o con qualche iniziativa nuova che si annuncia deliziosa, come il “Romeo e Giulietta” itinerante di Paolo Valerio a Palazzo Grimani (dal 23 al 28 febbraio) il cui pubblico prenderà le parti dei Capuleti e dei Montecchi. O come la vestizione della chiesa di San Lio che, dall’11 al 28 febbraio, durante tutto il periodo di Carnevale, aprirà le porte alla mostra installazione intitolata “Vestire lo spazio”. O ancora come Palazzo Ducale, che dal 23 al 26 febbraio resterà aperto con orario prolungato fino alle 22 e sarà visitabile a prezzo ridotto per chi si presenterà in costume (ma a volto scoperto).
Come hanno spegato ieri alla conferenza stampa di presentazione l’assessore al Turismo Paola Mar, il direttore artistico Marco Maccapani, il curatore del programma culturale Stefano Karadjov, l’amministratore unico di Vela Piero Rosa Salva e il direttore Camera Servizi Alberto Capuzzo, l’unione ha fatto la forza e ha consentito di imbastire un programma culturale che è costato poco più di 100 mila euro.
All’ombra di “Creatum” - sottotitolo ecumenico “Vanity Af(fair)” - la festa entrerà nei “luoghi del silenzio”, come Palazzo Mocenigo, con il Teatro della Moda” (dal 25 al 28) portato in scena da Alessandro Bressanello, o la Biblioteca Vez che accoglierà le donne sul filo del merletto, o ancora il Padiglione della navi del Museo di Storia Naturale, tra el amchere femminili dell’Odissea.
«Un Carnevale senza cultura a Venezia non sarebbe un vero Carnevale – ha ricordato Marco Maccapani - Tutto quello che organizziamo ha a che fare con la cultura, la tradizione, ma soprattutto le storie di questa città. Vogliamo dare la possibilità a chi è residente o a chi viene a in visita nella Serenissima, di vivere in modo diverso quella che è una festa popolare e di solito chiassosa. Abbiamo un ricchissimo palinsesto di eventi molto particolari, cui consiglio a tutti di partecipare».
Ecco, allora, che l’Ateneo Veneto proporrà un tris di concerti, a cominciare da quello di Elio e Anna Lazzarini, padre e figlia, forse tenuti insieme più dall’orogoglio reciproco che non dalla vanità, per proseguire con una selezione di George Gershiwin e chiudere con la musica sopra una ritratto di porcellana. Meno chiaro cosa c’azzecchi la mostra d’abiti contemporanei romeni, però.
Però di sicuro i bambini non si annoieranno: dal Momo alla Collezione Guggenheim, dal Candiani a Palazzetto Bru Zane con un laboratorio di avvicinamento all’ascolto della musica, fino a Tim Future Centre con “La piccola Turandot” cantata, suonata e animata da baby talenti.
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