Ballerine, modelle, sposi: Piazza San Marco all’alba diventa un set

VENEZIA. Piazza San Marco così non l’avete mai vista, forse neppure ve l’immaginate.
A raccontare il dietro le quinte della “cartolina più cartolina ” di Venezia sono le immagini dello scrittore e fotografo Philippe Apatie, francese, ma ormai “veneziano” a tutti gli effetti: dopo vent’anni accanto ai frati benedettini passati (da laico) a dirigere una rivista sulla Bibbia e poi fare il cuoco e il ceramista, ha scelto con determinazione di vivere a Venezia, diventando attraverso i suoi scatti quotidiani su Facebook uno dei testimoni più attenti delle bellezze della cttà, ma anche delle battaglie dei residenti per farne una città “normale”. Le foto scattate durante le sue passeggiate appena sorge il sole, lungo la Riva degli Schiavoni, attraversando le calli e i campi di una Venezia che deve ancora svegliarsi del tutto raccontano l’inimmaginabile: una Piazza San Marco molto lontana da quel caotico via vai di turisti ammirati o solo a caccia di un selfie che tutti conosciamo. Un luogo “altro”, ma (talvolta) non meno sfruttato.
Sul Molo o sedute sui gradini della loggetta del Campanile si danno il cambio le coppie di sposi (molti cinesi) che si rivestono di tutto punto per inscenare veri e propri set fotografici hollywoodiani per il book del matrimonio: «Sono davvero molti, sempre di più, un business: all’inizio mi incuriosivano, ma con il loro seguito di fotografi e cameramen si è perso il romanticismo e così mi diverto a fotografarli nelle pose più buffe: magari mentre uno dei due si appoggia a un cestino per cambiare le scarpe», ride Philippe. A scegliere la Piazza all’alba sono anche “veri” fotografi e vere modelle per servizi che finiranno chissà dove. Talvolta grandi registi: lo stesso Apatie ha fatto da comparsa alle riprese de “The Young Pope” con Jude Law diretto da Paolo Sorrentino. Ma qui è già l’eccezione.
«All’inizio c’era una vera e propria magia e ancora talvolta c’è, ma adesso San Marco di prima mattina si è trasformata in uno studio per shooting», racconta Apatie, autore di un libro (a quattro mani con l’avvocato scrittore Marco Zanchi) sui “Riflessi” di una Venezia, lontana dalla Piazza.

Unici veneziani, immancabili e serafici, gli operatori di Veritas, che spazzano tra runner che fanno le flessioni in pantaloncini e canottiera nel mezzo della Piazza, contorsioniste, ballerine in tutù - ma, è successo, anche “chiuse” scatola arancioni - che danno vita a coreografie sullo sfondo del Palazzo Ducale traslucido nella nebbiolina del mattino. Per non dire dell’anziano cinese di seta turchese vestito per i suoi lenti movimenti di Tai chi, mentre le suorine che attraversano veloci la Piazza dirette in Patriarcato. «Si vede talmente di tutto che non saprei cosa citare», racconta lo scrittore-fotografo, «ma l’immagine che ho più impressa è quella di una africana che si era seduta a terra a cucine, nel bel mezzo della Piazza, incurante di tutto».
Della vita della Piazza all’alba, Philippe Apatie ne ha fatto anche un divertentissimo video.
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