Art Night a Venezia, dalla riscoperta della natura alle marionette e all’Ucraina

Tutte le performance nella notte più lunga di Venezia. Con visita alle Procuratie

Luca Cirese

VENEZIA. Una notte all’insegna dell’arte, con quasi 120 realtà cittadine coinvolte. E tutto di nuovo in presenza. È Art Night Venezia, inaugurata sabato sera da una performance alla Ca’ Foscari dell’artista Freak of nature per riconnettersi con la natura.

È stata una fiumana di persone, di opere e spettacoli per le calli di Venezia, l’undicesima edizione di Art Night, ideata e organizzata, insieme al Comune, dall’Università, con il patrocinio della Regione.

A dare il via alle danze, l’artista e attivista ambientale Freak Of Nature con una performance in perfetto stile di chi nella nostra regione ha “segnato” i numerosi edifici sfitti a Venezia, Mestre e Padova per denunciarne l’abbandono.

Davanti a un centinaio di persone quasi ipnotizzate e di tutte le età, lungo il tracciato di due lunghissimi teli variopinti – stesi per terra dai volontari come fosse un “tappeto rosso” per richiamarsi a quelli appesi alle finestre del luogo – si muove avanti e indietro, innaffiando i tessuti colorati di verde e blu lì a simboleggiare la natura. Poi scompare, ma sono i vari presenti a continuare la performance, camminando lentamente sull’opera: un rito di ri-connessione con la natura in pieno centro città.

«Questa edizione vuole contrastare con arte e cultura guerra, pandemia e cambiamento climatico», spiega il prorettore vicario di Ca’ Foscari, Antonio Marcomini. Dai musei più importanti in città alle librerie, da film musica e performance dal vivo a mostre personali di artisti italiani e internazionali, è però tutta la laguna, le isole e anche la terraferma ad animarsi di arte e bellezza.

Ospiti speciali per questa edizione sono state le Procuratie Vecchie a Piazza San Marco, finalmente visitabili insieme alle terrazze, da cui è stato possibile ammirare in serata una vista che ha pochi e che ha a pochi minuti dall’apertura ha fatto già formare una fila al di fuori della biglietteria. A dare il benvenuto ai molti visitatori con poche mascherine delle marionette meccaniche che in più lingue spiegano con poche mascherine la storia di luoghi che erano chiusi da cinque secoli. A seguire, due le mostre, allestite all’interno per l’importante occasione. “Persistence” di Louise Nevelson, artista ucraina – dettaglio che non sfugge a chi la sta visitando – tra sculture di installation art collage e tematiche femministe. Al piano superiore invece “A World of Potential” di Orna Cohen, co-fondatrice di Dialogue Social Enterprise mostra, un elogio della resilienza tutto interattivo grazie al proprio biglietto.

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