Anche il vetro ha una pelle Quella di Scarpa è sublime

Nel Negozio Olivetti di Piazza San Marco quindici pezzi tra coppe e vasi del grande architetto veneziano nella rassegna organizzata dal FAI

In occasione di The Venice Glass Week 2018, prosegue nel negozio Olivetti, sede del FAI, la mostra “La pelle del vetro. Carlo Scarpa alla Venini 1936-1942“ (fino al 6 gennaio) con una serie di preziosi oggetti in vetro disegnati dall’architetto Carlo Scarpa.

La mostra - curata da Marino Barovier, profondo conoscitore della storia del vetro muranese - vuole sottolineare un aspetto specifico dell’opera di Carlo Scarpa in ambito vetrario: l’attenzione da lui dedicata alla superficie degli oggetti e alla decorazione finale, dopo la fase conclusiva del raffreddamento, su quella che si può definire la “pelle” dei manufatti.

I 15 pezzi esposti - vasi e coppe - ben illustrano la modalità di lavoro di Scarpa, che non si limita a perfezionare i metodi esecutivi della tradizione vetraria veneziana, ma ingegnosamente ne inventa di nuovi, in una continua ricerca di equilibrio tra raffinatezza estetica e aggiornamento tecnico.

Un viaggio nella produzione vetraria di Carlo Scarpa che si armonizza perfettamente con gli spazi e i volumi del Negozio Olivetti, dove l’architetto, che lo ha progettato nel 1958 su commissione di Adriano Olivetti, ha esibito in egual modo amore per il dettaglio, attenzione per le superfici e i rivestimenti e un accurato studio delle trasparenze e del ruolo della luce, sfociati in una grande varietà di applicazioni di tecniche della tradizione veneziana.

Carlo Scarpa realizza su commissione di Adriano Olivetti il negozio per le macchine da scrivere nel 1958, quando l’esperienza muranese dell’architetto (per le vetrerie Cappellin prima e Venini dopo) è conclusa e Scarpa ha già dato prova del suo talento nel campo della sistemazione museale di varie istituzioni italiane (tra cui a Venezia il Correr e la Biennale e a Palermo Palazzo Abatellis).

Nella sua apparente semplicità, il negozio esibisce un’attenzione ai rivestimenti, in stucco, legno e vetro che nel loro complesso danno forma a quella che è “la pelle” dell’ambiente. Amore per il dettaglio, attenzione per le superfici, studio delle trasparenze e del ruolo della luce, varietà di applicazioni delle tecniche della tradizione veneziana sono dunque le principali correlazioni tra lo spazio architettonico e gli oggetti in mostra, correlazioni che le ineguagliate qualità progettuali di Scarpa rendono ancor più stringenti ed esemplari.

Dopo anni e anni di abbandono, questo vero capolavoro dell’architettura del Novecento ha riaperto i suoi spazi progettati fin nel minimo dettaglio e realizzati da sapienti artigiani veneziani. —

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