Zucchero nell’olio del motore, sabotate le moto d’acqua della Polizia a Venezia

La scoperta da parte degli agenti sui mezzi in servizio agli uffici di Santa Chiara. Aperta un’indagine, ipotizzato il reato di interruzione di pubblico servizio

VENEZIA. Messe fuori uso le moto d’acqua della polizia. Un sabotaggio avvenuto all’interno della Questura a Santa Chiara e compiuto da mani esperte: buttato dello zucchero nell’olio del motore. Un sabotaggio che crea non poco imbarazzo negli uffici della polizia. Aperta un’indagine. Ipotizzati i reati di danneggiamento aggravato e interruzione di pubblico servizio.

Il fatto è stato scoperto il 10 agosto. Le due moto che sono in servizio alla sezione Sicurezza Acque Interne dell’Ufficio Controllo del Territorio, quella mattina sono state prese da altrettanti agenti per iniziare il servizio di pattuglia contro il moto ondoso e per la sicurezza in laguna. Usciti dalla darsena della Questura i poliziotti si sono diretti verso Cannaregio passando sotto al ponte ferroviario. Una volta arrivati a San Giobbe, dopo alcuni sofferti rantoli i motori si sono spenti e non hanno più voluto ripartire. Trainate in Questura le due moto sono state poi portate nell’officina convenzionata per capire cosa era successo. E il verdetto del meccanico non lascia scampo, non si tratta di guasto. Le moto sono state sabotate. Qualcuno ha messo dello zucchero nell’olio del motore. E questo può essere avvenuto solo in Questura mentre gli acqua scooter erano ricoverati nell’officina di Santa Chiara, luogo dove non ci sono telecamere interne che riprendono chi entra o esce. Non sono state toccate altre due moto parcheggiate accanto e arrivate in supporto dai reparti di Trieste e Rimini e nemmeno sono state sfiorate le due che in quel momento erano ormeggiate in darsena e appartenenti alla sezione di Venezia. Chi ha messo lo zucchero nell’olio sapeva di ottenere un effetto sicuro: lo zucchero riscaldandosi avrebbe “legato” il motore. Se l’avesse messo nel serbatoio del carburante praticamente non sarebbe successo nulla. Addirittura poteva aumentare gli ottani della benzina e quindi aumentare la capacità di scoppio della stessa.

Il sabotatore o i sabotatori sapevano pure che nell’officina non ci sono telecamere e quindi potevano agire indisturbati.

Scattata l’indagine alcuni poliziotti in servizio alla sezione Sicurezza Acque Interne hanno reso sommarie informazioni a chi si sta occupando del caso. Questo ha creato non poco scompiglio, tanto che alcuni di loro si sono rivolti al sindacato FSP per essere tutelati. La segreteria provinciale dello stesso organismo ha scritto al Questore Maurizio Masciopinto spiegando i propri iscritti avrebbero intenzione di farsi sentire dagli investigatori anche loro per rendere sommarie dichiarazioni assistiti da un avvocato. Ma come si sa il Codice di Procedura Penale non prevede questa possibilità. Bisogna andare senza legale.—

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