Zucchero, Doge del ballo E Sofia appare seminuda

Il cantante alla festa di palazzo Pisani Moretta tra costumi incredibili e sirene Alla Fenice la modella mestrina in un velo dorato sotto una pioggia di coriandoli
Di Manuela Pivato
Interpress/Tagliapietra Venezia - Carnevale. Gran Galà del Teatro La Fenice. Balletto della modella mestrina Sofia Valleri madrina della Fenice.
Interpress/Tagliapietra Venezia - Carnevale. Gran Galà del Teatro La Fenice. Balletto della modella mestrina Sofia Valleri madrina della Fenice.

L’amore era seduto a tavola sotto forma di cuori giganti fatti di foglie, frutti e petali. Era chiuso in una gabbia dorata insieme a una sirena coperta (pochissimo) da fili di perle e scaglie argentate. Era nei menù di velluto e nei ventagli di seta; era adagiato sulle gale dell’abito rosa della modella Morgan Kitkin e sul volto di porcellana di Antonia Sautter che sabato sera, dopo un anno di preparativi e un ultimo mese al fulmicotone, a dispetto della crisi e dei gufi, è riuscita a rinnovare il rito pagano e munifico del Ballo del Doge.

In un Palazzo Pisani Moretta illuminato all’esterno di viola e all’interno di azzurro, gli ospiti – ciascuno dei quali non aveva addosso meno di dieci chili di costume – si sono ritrovati in un tempo che abbracciava i secoli. Una corte di Marie Antoniette, Caterine Cornaro, Madame Pompadour, Sissi, cortigiane, creature del mare, del cielo e dei venti. Un esercito di ussari, principi asburgici, Re Sole, Casanova, Arclecchini, Pulcinella. In maschera (obbligatoria) anche i fotografi. Cappa di velluto e copricapo rinascimentale. Non comodissimo, però. Però il Ballo del Doge è esattamente questo: la festa senza una piuma lasciata al caso che costa come una settimana a Marsa Alam, lontana dalle rotte dei veneziani, ma che mantiene quel promette perchè è doppio spettacolo, di chi vi partecipa e di quel che offre.

In ordine sparso, burlesque, cabaret, un’incredibile acrobata evidentemente fatta di gomma appesa a un laccio dal soffitto, il suonatore di bicchieri, il cantastorie boschivo, la fanciulla-tavolo, le gigantesche ali degli uomini-libellula, la favola del Doge e della sirena (quella seminuda) e tutto ispirato all’amore. Dietro una maschera d’oro e sotto un tricorno bianco arriva anche Zucchero. Lo segue a ruota Marta Marzotto che si tuffa a parlare fitto fitto con Antonia in abito fucsia e torre di cigno sul capo costato, a occhio, non meno di un mese di lavoro.

Spesa minima presunta, invece, per la tutina, macchè tutina, diciamo per il collant massimo dieci denari con il quale Sofia Valleri ha messo un po’ di pepe al Gran Gala della Fenice di sabato sera. Chiamata a essere nient’altro che se stessa, la modella mestrina si è attenuta alla parte. Velo dorato sul corpo, slip beige, tacco nero e smalto viola, quindi perfetta per ballare su un cubo, la Valleri è apparsa in scena subito dopo l’ultimo rantolo di Mimì annunciando gioisamente l’inizio della festa sotto una cannonata di coriandoli.

E festa è stata. Cena nelle Sale Apollinee con qualche gomitata davanti al buffet che ha accolto, con identico appetito, Alfonso Signorini, la premiata Laura Biagiotti con figlia Lavinia al seguito, Cecilia Matteucci, Grazia Cappelletto, naturalmente il sovrintendnete Cristiano Chiarot, re Fouad II d’Egitto, Fabio Cerchiai e Alessandra Biasutti, Fabio Testi e una raggiante Luxuria in abito di due metri di diametro della sartoria La Fenice.

Sofia Valleri si beveva intanto la sua serata di gloria offrendosi ai fotografi con un secondo abito (anzi, il primo) evidentemente frutto di una drastica spendig review sul tessuto. Schiena nuda ben oltre il fondoschiena, spacco fino all’appendicite. La farfallina di Belen? Giurassica. Tirato su il vestito in uno slancio di generosità verso i fotografi ormai stremati da dieci giorni di Carnevale, Sofia ha disvelato anche una ceretta brasiliana fatta di fresco. E non era uno scherzo.

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